Giussano, milioni di euro occultatiIn migliaia si scoprono atleti

Giussano: piscina, indagine chiusaE sul bar si profilano nuovi guai

Giussano – Si sta per chiudere il cerchio intorno alla piscina di Giussano. Non trapela ancora nulla dalla Guardia di Finanza di Seregno ma pare proprio che ormai le indagini siano agli sgoccioli. Molti clienti del centro natatorio, pare qualche migliaio, come da loro stessa testimonianza si sarebbero ritrovati iscritti, a loro insaputa, a un ente di promozione sportiva con sede a Roma. Bambini, partorienti, anziani e persone necessitanti di riabilitazione fisica sarebbero stati praticamente trasformati in sportivi dilettanti. Si sono ritrovati atleti, insomma, senza saperlo. Il motivo? In questo modo, attraverso l’iscrizione ad Aquasport Brianza Ssd, la società “madre”, Turra Spa, avrebbe “risparmiato” una notevole domma imponibile sia nella forma delle imposte, dirette e indirette, sia sotto forma di attività istituzionale fatta espletare alla società sportiva dilettantistica, che, in quanto tale, gode di agevolazioni fiscali nonché di contributi del Coni per ogni atleta. Ed è proprio il Coni, non a caso, che nel mese di aprile ha cancellato la società sportiva giussanese dall’apposito registro.
Diversi milioni di euro “occultati” – La cifra “occultata” sarebbe insomma di gran lunga superiore ai 420 mila euro già evasi e accertati dalle Fiamme Gialle con la non emissione degli scontrini fiscali per l’accesso al parco estivo. Potrebbe ammontare addirittura a svariati milioni di euro. Non sono certo passate inosservate, nell’ultimo periodo, le “visite” dei finanzieri in municipio. Come già scritto in passato, i militari hanno esaminato la convenzione che lega contrattualmente, fino al 2023, i Comuni di Giussano, Mariano, Arosio e Carugo. Più che una convenzione, in realtà, stando a quanto sborsato finora da Giussano, un vero e proprio introito annuale garantito per il concessionario che, come sempre sostenuto dalla Lega Nord in Consiglio comunale, «non si è nemmeno accollata il rischio d’impresa ». Il “funzionamento” del “pacchetto ingressi” è noto: in estrema sintesi meno persone partecipano ai corsi più i Comuni pagano. In sette anni, iva inclusa, dal 2004 al 2010, Giussano avrebbe versato per biglietti non venduti circa due milioni di euro. Contestualmente, però, la piscina ha guadagnato anche sugli “spazi” rimasti liberi e quindi rivenduti. L’Aquasport Brianza sarebbe stata messa in liquidazione ancor prima che le indagini della Finanza facessero il loro corso, subentrando in sua vece un’altra società operativa nel Comasco. La segnalazione di una cittadina giussanese, cui era stato fatto pagare un prezzo dei corsi agevolati in misura superiore a quella prevista, ha permesso al Comune, nel mese di febbraio, di venire a conoscenza della società sportiva dilettantistica (quella subentrata successivamente), mentre quella giussanese, operativa dal 2004 al 2009, è venuta allo scoperto solo dopo le indagini. Insomma un ginepraio.
Il terzo fronte – E c’è un terzo fronte aperto: quello del personale. Pare siano arrivate segnalazioni agli enti preposti circa l’impiego irregolare di personale (dal salvamento agli istruttori di nuoto), senza un regolare contratto come previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro. Insomma molti dipendenti sarebbero in nero e senza copertura assicurativa. In merito l’amministrazione comunale si conferma «tranquilla – commenta il sindaco Gian Paolo Riva -. Fiduciosa nel lavoro della magistratura e della Finanza sperando che a trionfare sia la giustizia e si chiuda così un capitolo negativo per l’interesse pubblico».
Federica Vernò