Giussano – Ancora fermo alle battute iniziali il processo per truffa a carico di Salvatore Mancuso, il 41enne di Giussano già sotto processo per fatti di usura. Ieri, giovedì, di fronte al gup Giovanni Gerosa, la difesa ha avanzato alcune eccezioni preliminari, la maggior parte delle quali respinte dal magistrato. Il processo entrerà dunque nel vivo dalla prossima udienza, a settembre. La presunta truffa sarebbe stata operata ai danni di alcune società di lavoro temporaneo. Secondo la ricostruzione operata dagli inquirenti della procura di Monza, a queste non veniva corrisposto l’importo delle fatture emesse a carico delle società che avevano richiesto assunzioni nominative temporanee.
La truffa partiva dalla Icao Trade, secondo l’accusa riconducibile ancora al giussanese di origini calabresi Salvatore Mancuso, già condannato in Appello a quattro anni per detenzioni di armi da guerra dopo il ritrovamento di un micidiale arsenale in un box di via Cesare Correnti a Seregno e attualmente sotto processo anche per usura. La società, che si proponeva come mediatrice nel settore del reperimento di forza lavoro, avrebbe provveduto a fornire i nominativi di manodopera fittizia alle agenzie di lavoro temporaneo, a cui si rivolgevano vari imprenditori, anch’essi fittizi. I finti lavoratori, secondo il pm persone di riferimento di Mancuso, avrebbero firmato i relativi contratti e la Icao Trade incamerava gli anticipi sull’attività di mediazione, incassando centinaia di migliaia di euro. All’epoca degli arresti dell’operazione “Sunrise”, questo reato non era stato contestato nelle ordinanze restrittive di custodia cautelare; il condono di tre anni di pena per i reati commessi prima del maggio 2006, infatti, aveva indotto il gip a non accordare le misure cautelari. Assieme a Mancuso, per questo filone relativo alla truffa, ci sono altre decine di imputati
Nel mese di maggio, invece, dovrebbero comparire davanti al tribunale collegiale i due imprenditori che risultano parti offese nel processo che vede Mancuso alla sbarra per usura assieme al coimputato Enrico Barone. In questo procedimento, sono sfilati diversi testimoni. Per alcuni di questi, il presidente del collegio Giuseppe Airò ha chiesto la trasmissione degli atti in procura perché considerati reticenti.
f.ber.