Giussano, commosso addioa Barzaghi: “Sono pronto”

Basilica gremita, ieri pomeriggio, per l'ultimo saluto all'ex sindaco Erminio Barzaghi. Nell'omelia di don Agostino Cerri, le ultime parole sul letto di morte: «È la mia fine, sono pronto». Il toccante ricordo dell'attuale primo cittadino Gian Paolo Riva.
Giussano, commosso addioa Barzaghi: “Sono pronto”

Giussano – «È la mia fine, sono pronto». Con queste parole Erminio Barzaghi ha salutato, sul letto di morte, l’amico don Agostino Cerri e il parroco don Norberto Donghi. E con queste parole don Norberto ha concluso l’omelia che ha ripercorso la vita di un uomo «che ha fatto parte di una generazione splendida di politici che hanno servito la città come fosse una vocazione. Uomini, che non distinguevano il privato dal pubblico e di cui colpisce la rettitudine e la grandezza d’animo», esempio «di cristiano con il cuore in cielo e i piedi per terra, uomo non solo del fare ma anche dell’essere».
Era gremita di giussanesi, ieri pomeriggio, giovedì, la basilica dei Santi Filippo e Giacomo per l’ultimo saluto al “loro” sindaco, che, in vita, aveva espresso il desiderio di essere cremato. In prima fila i figli e i sindaci suoi successori: Giulio Cassina, Franco Riva e l’attuale Gian Paolo Riva. I suoi assessori, i consiglieri comunali di ieri e di oggi, amministratori provenienti anche da altri Comuni, tantissime le associazioni locali presenti con i volontari. Con la voce rotta dalla commozione, al termine del cerimonia, il sindaco Gian Paolo Riva ha rivolto il suo “grazie” a Barzaghi.
«Le persone vanno giudicate non per quello che dicono o scrivono ma per le cose che fanno o che hanno fatto – ha detto il sindaco in carica -. Come giussanese ho l’obbligo morale di dire grazie a Erminio. Perché Erminio di cose ne ha fatte tante e le ha fatte silenziosamente e bene. Ma il “grazie” che gli devo e che tutti noi giussanesi gli dobbiamo non è per quanto ha fatto ma è soprattutto per l’esempio che ci ha lasciato, per i solchi che ha aperto e sui quali oggi continuiamo a camminare. La sua granitica correttezza amministrativa, il suo coraggio civile, la sua caparbia ricerca del bene e del bello per la città, la sua instancabile dedizione al lavoro, il suo totale disinteresse personale sono fari che illuminano il percorso degli amministratori di oggi e faranno luce anche a quelli che verranno». Riva ha quindi parlato dell’uomo e del cristiano: «I valori della famiglia, il rispetto per la persona – ha aggiunto – il saper vedere in chi gli era contrario non il nemico, ma l’avversario leale, l’ossequioso culto per l’istituzione democratica furono le linee guida della sua quotidianità di cattolico impegnato».
E quindi la sua eredità: «Oggi, in cui molti valori antichi sembrano vacillare – ha concluso il primo cittadino – l’eredità che ci lascia diventa preziosa: non solo il diritto ma soprattutto il dovere, lo spirito di sacrificio ogni giorno, la nobiltà del servire la cosa pubblica, l’amore per la propria terra nel rispetto di quella altrui, la capacità di sognare in grande una comunità diversa e migliore diventano imperativo morale e lo saranno anche per coloro che verranno dopo. Grazie Erminio a nome di tutta Giussano». All’amico don Agostino il saluto finale: «Arrivederci».
Federica Vernò