Finale amaro per la Forti basketMa molti se lo aspettavano

Rabbia e amarezza. Anche sconcerto, ma non sorpresa. Le reazioni alla notizia della cancellazione della Forti e Liberi dallo scenario della pallacanestro nazionale seguono un sottile filo comune:molti se lo aspettavano. Gli ex Gros, Sala, Meneguzzo.
Finale amaro per la Forti basketMa molti se lo aspettavano

Monza – Rabbia e amarezza. Anche sconcerto, ma non sorpresa. Le reazioni alla notizia della cancellazione della Forti e Liberi dallo scenario della pallacanestro nazionale seguono un sottile filo comune: chi ha avuto o ha a che fare con i colori bianconeri, non solo del basket e non solo per sport, ci è rimasto male ma un po’ se lo aspettava. E il pensiero, più che al resto, va al settore giovanile e alle risorse di anni di attività che rischiano di sparire. Non che nella Forti e Liberi sia andato sempre tutto bene, anzi. Monza è sempre stata terreno fertile per polemiche e rivalità, spesso sotterranee, e insoddisfazione economica da parte di tanti. Soprattutto dal 2000 in avanti. Ma il finale a casse vuote molti forse speravano di risparmiarselo. L’amarezza si sente nelle parole degli ex.

«La Forti ha significato tanto per me e per la mia carriera. Mi dispiace tantissimo». Leo Gros ha appreso la notizia al ritorno da un viaggio di lavoro, il motivo per cui l’anno scorso ha lasciato Desio e l’attività agonistica. Il suo, in viale Battisti, è uno di quei nomi che sono tutt’uno con la pallacanestro: «Ho conosciuto la Forti da avversario e poi, quando sono arrivato in bianconero, ho imparato a volerle bene come giocatore; ho sempre fatto tutto per una questione di cuore e ho cercato di darle tanto sotto tutti gli aspetti, anche fisico. Ma Monza ha sempre avuto qualche problema di gestione e penso che forse troppo a lungo si è cercato di fare qualcosa in più rispetto alle reali possibilità. Senza valorizzare le persone che ci lavoravano veramente solo per passione. Purtroppo non si possono spostare i propri limiti all’infinito». Poi, comunque, un po’ di speranza: «Speriamo che si riesca a far rinascere la società nella maniera più giusta e con principi più sani possibili».

«Sono sconcertato – ha commentato Marcello Sala, il capitano che per un decennio ha vestito la canotta numero 4 e poi è tornato in viale Battisti come responsabile del settore giovanile (carica lasciata a inizio di quest’anno agonistico) – purtroppo però non è una notizia inaspettata, purtroppo no. Dispiace molto per chi negli anni ha regalato impegno e si è appassionato alla Forti e Liberi, anche solo per i personaggi come il presidente Baldoni o Giorgio Fustinoni. Dispiace tanto anche per tutte le energie, e non solo, che ha speso Carmen Fusilli alla presidenza. Provo rabbia, certo, so che qualcuno si è mosso per dare una mano per ripartire e spero che sia un progetto fattibile. Come? In ogni gruppo è fondamentale saper gestire il team, alimentare i rapporti e comunicare con chiarezza. E magari non guardare al nuovo come a una cosa necessariamente negativa».

Parole amare anche da Massimo Meneguzzo, il coach che a inizio anni 2000 prese in gestione la prima squadra in un momento difficile e, dopo una salvezza in volata, la portò nel giro di due anni alla semifinale playoff (con record di imbattibilità casalinga in regular season) e in finale (persa) di Coppa Italia. «E’ un disastro, una sciagura – ha detto, ripensando alla discussione vissuta da consigliere federale – è un pezzo di me che muore. Ho ricordi felici di quel periodo e credo che alla lunga la società abbia pagato una gestione un po’ troppo garibaldina per i tempi che stiamo vivendo. Peccato perchè si era creato un bell’ambiente, con un settore giovanile di livello nazionale e una continuità rappresentata poi in panchina da Adriano Vertemati. Erano momenti diversi, gestiti con l’idea di un budget e il coinvolgimento a livello giovanile delle società vicine. Di solito però, quando c’è di mezzo la storia ci si fa in quattro per salvarla».
Ch.Ped.