Monza – Due figli da crescere più o meno da sola e un marito che se n’è andato con una più giovane. Tante cose (e sono cose) per la testa e altrettanti appunti fissati a una parete per potersene dimenticare. E poi un giorno, chissà, andarli a ripescare. Il quotidiano fatto di spese e di parole, di gente che vorresti evitare e di telefonate che non hai voglia di ricevere. Poi c’era stata quella macchia nera nella tac che proprio no, non ci voleva. Non basta un appunto su una parete, per quella.
Lei si chiama Norma e poi un giorno, senza troppi perché, si trova a dover salvare il mondo. Che poi non lo voglia fare, be’, questo è un altro paio di maniche, ma alla fine si fa, con più dubbi che eroismi, le scelte quasi obbligate. Ecco, così: l’eroismo è un dovere banale, quotidiano e spesso involontario. Forse Norma lo avrebbe appuntanto sulla parete. Intanto si limita ad attraversare da protagonista “Il complesso di Giano”, primo romanzo di Clementina Coppini, giornalista e scrittrice monzese (nonché blogger del cittadinomb.it) con in archivio lavori per l’infanzia e traduzioni per “Il battello a vapore”.
Quelli che Norma attraversa per ritrovarsi in Sicilia a sconfiggere il male sembrano sogni ma sono trasferimenti da una realtà a un’altra, perché il male è altrove ma ci riguarda, in altre dimensioni parallele: un passo più in là, attraverso lo specchio o nella tana del bianconiglio come Alice nel Paese delle meraviglie, dove fare i conti con le incarnazioni di quello che non va. Norma entra ed esce dai suoi altrove spiegando prima di tutto se stessa a se stessa, scoprendo cosa vuole e cosa no. Con l’aiuto dei suoi due figli e di qualche alleato inaspettato. E dandosi nel frattempo qualche spiegazione sul perché agli altri, quelle idee di successo, arrivano. Le vedono oltre lo specchio, naturalmente. Dove esistono. Come sempre, perché nulla è più vero dell’immaginario.
Il complesso di Giano è quello di chi si trova un doppio che sa non essere reale e che tuttavia incarna “un’altra persona rispetto a ciò che siamo”, un desiderio comune, “ma solo per scherzo, nella realtà parallela e irreale del viaggio onirico”. Alla fine Norma l’inetta ce la farà, grazie ai bambini perché per “la metafisica, per la verità”, alla fine sono meglio loro. Intanto lei – l’autrice, non la protagonista del romanzo – scherza e dice: è la divina commedia di Clementina Coppini. Dice che sta tutto lì, nell’allegoria di un viaggio, dove il sogno – la dimensione onirica, appunto – racconta il reale. Senza pose, con un po’ di sarcasmo, tante bollicine. Quelle del prosecco, che Norma preferisce, questa volta senza appelli.
Massimiliano Rossin
Il complesso di Giano
Clementina Coppini
Eumeswil editore
160 pagine, 13 euro