Monza – A dicembre le famiglie lombarde tornano a spendere: più di un lombardo su 4 non farà tagli alla spesa e non modificherà le proprie abitudini. Monzesi, varesotti e milanesi sono i più convinti a non fare rinunce, a differenza di bresciani e bergamaschi che sono più pessimisti, in fatto di consumi, rispetto allo scorso Natale.
E anche se non tagliano la spesa, le famiglie lombarde non si indebitano: solo 3 famiglie su 10 fanno ricorso all’indebitamento e ancor più bassa è la percentuale di chi ha più di un finanziamento a proprio carico (circa 5%). Nella maggior parte dei casi le famiglie si indebitano per l’acquisto o la ristrutturazione della propria abitazione (6 su 10) e per l’acquisto di automobili o motocicli (4 su 10). E se sono costrette a rinunce, le famiglie lombarde scelgono di ridurre in primo luogo lo shopping destinato ad abbigliamento e ad accessori, quindi il tempo libero, ma lasciando invariato il budget per lo sport e il benessere. E sul versante dei prezzi in Lombardia, quelli degli alimentari scendono del -1% in un anno: le famiglie lombarde si ritrovano così in tasca 20 Euro in più. E a Monza la spesa per il carrello si riduce di più della media lombarda, scendendo in un anno di -2,2%. E le famiglie monzesi si ritrovano con circa 45 Euro in più nel portafoglio. Tra tutte le province lombarde il carrello della spesa conviene riempirlo a Lodi, dove costa il 9% in meno rispetto alla media lombarda.
E una domenica di shopping natalizio con i bambini costa a una famiglia lombarda di quattro persone circa 158 Euro, compresi, oltre ai capi di abbigliamento acquistati, anche la serata in pizzeria e il cartone animato di Natale al cinema. La spesa per la giornata sale a Como (189,7 Euro) e scende a Monza (137,1 Euro), anche se il capoluogo meno caro per un giorno di shopping con i bambini è Brescia (130,5 Euro). Poi Monza conviene per una prima visione al cinema (un ingresso in media 6 Euro) mentre una serata in pizzeria costa meno a Brescia (8,06 Euro). Sono alcuni dei dati che emergono dalla Rilevazione dei prezzi di alcuni beni e servizi di largo consumo a Monza e da alcune anticipazioni dell’indagine sui consumi – realizzate dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza con il coordinamento scientifico di Ref-Ricerche per l’economia e la finanza, presentate oggi presso la sede della Camera di commercio di Monza e Brianza.
Il carrello della spesa a Monza … vale mediamente 119 Euro. Anche a Monza, come in Lombardia, scende il prezzo della maggioranza dei generi alimentari rispetto allo scorso anno, in particolar modo nel latte (-7,3%) e derivati: mozzarella (-10,7%), yogurt (-5,5%), ma anche acqua (-4,8%), carne bovina (-6%) e olio extravergine di oliva (-5,9%). Questi ribassi significano, a parità di carrello, 45 Euro in più nelle tasche delle famiglie monzesi all’anno.
…e nelle altre province lombarde Lodi è la provincia più economica della Lombardia per la spesa (-9% rispetto alla media lombarda), seguita da Como (-5,1%) e Lecco (-4%). Pavia è in media lombarda. Sopra Brescia (+1,1%), Cremona (+1,4), Monza (+1,9%). Bergamo e Varese sono le più care (rispettivamente +3,6% e +3,7%).
I prezzi dei servizi a Monza e in Lombardia I prezzi dei servizi al bar in un anno crescono a Monza (+1,1%) un po’ di più rispetto alla media lombarda (0,4%), meno rispetto a quella italiana (+1,7%). La colazione al bar è diventata nel 2009 più cara in tutte le province lombarde ad eccezione di Brescia, dove brioche e cappuccino scendono di -2%. E a Brescia scende il prezzo anche per un pranzo in pizzeria (-5% in un anno) che risulta il più economico in Lombardia (8,06 Euro).
I consumi delle famiglie lombarde a dicembre A dicembre le famiglie lombarde tornano a spendere: più di 1 lombardo su 4 non farà tagli alla spesa e non modificherà le proprie abitudini. Monzesi, varesotti e milanesi sono i più convinti a non fare rinunce, a differenza di bresciani e bergamaschi che sono più pessimisti, in fatto di consumi, rispetto allo scorso Natale. E anche se non tagliano la spesa, le famiglie lombarde non si indebitano: solo 3 famiglie su 10 fanno ricorso all’indebitamento e ancor più bassa è la percentuale di chi ha più di un finanziamento a proprio carico (circa 5%). Nella maggior parte dei casi le famiglie si indebitano per l’acquisto o la ristrutturazione della propria abitazione (6 su 10) e per l’acquisto di automobili o motocicli (4 su 10). Con l’eccezione dei bresciani che ricorrono al credito più per l’acquisto della nuova autovettura che per la casa. E se sono costrette a rinunce, quasi 6 famiglie su 10 lombarde scelgono di ridurre in primo luogo lo shopping destinato ad abbigliamento e ad accessori, quindi il tempo libero, ma lasciando invariato il budget per lo sport e il benessere.
Anche se a Monza il terreno della rinuncia rimane il tempo libero: una famiglia su 2 pensa di tagliare svago e divertimenti mentre, complici i saldi, salgono le intenzioni di acquisto in capi di abbigliamento. Sul fronte della spesa, per risparmiare torna a salire la mobilità delle famiglie lombarde rispetto al punto vendita: salgono i discount a Brescia (25%), i supermercati a Bergamo (16%) e i mercati a Milano (5%). E scende anche la fedeltà al marchio: i lombardi si spostano verso i marchi di “catena” (+6%) e soprattutto guardano con più attenzione allo scaffale delle promozioni (+15%).