Monza – Nessuna fuga d’amore, nessuna nuova vita ai Caraibi. Intervistato sul numero del Cittadino di sabato 1 settembre il monzese Loris Canini, 39 anni, amministratore di una quarantina di condomini in tutta la Brianza scomparso da giugno. Sul numero del Cittadino in edicola giovedì 6 settembre altri particolari e novità sulla scomparsa che ha tenuto con il fiato sospeso decine di famiglie.
“Non ho fatto vigliaccate, non ho rubato un euro, il motivo che ha dato origine a tutta questa vicenda è un altro, il lavoro, lo stress, tutto mi è crollato addosso, fino a che non sono finito in ospedale, ho provato a farla finita”, dice Canini, incontrato nei pressi del palazzo di giustizia di piazza Garibaldi in compagnia del suo legale, l’avvocato monzese Paola Antonelli.
Le notizie sull’irreperibilità di Canini, e sui relativi buchi nei bilanci condominiali da lui gestiti, hanno cominciato a serpeggiare a metà giugno, fino all’esplosione del caso: “ho letto delle cose sui giornali prive di ogni fondamento”. La ventilata relazione con la nuova compagna, una bella ragazza rumena, per la quale avrebbe addirittura lasciato la famiglia? “Nulla di tutto ciò”. ‘Fuggiasco’ a Cuba? “Non mi sono mai mosso da Monza e Milano”.
La scomparsa, i telefoni muti, quelli sì, ci sono stati. Improvvisi, dopo 12 anni di lavoro senza problemi, a parte quelli che si incontrano normalmente quando di mestiere si fa l’amministratore condominiale. “Non riuscivo più a gestire il lavoro come avevo sempre fatto; i pagamenti che non arrivavano, i fornitori che bussavano alle porte, si è innestato un circolo vizioso: prendi i soldi da una parte per saldare le fatture di un altro condominio, fino a che il giocattolo non si rompe”.
A quel punto, la crisi: “sono caduto in un perenne stato di ansia e depressione, ho deciso di curarmi da uno specialista, prendevo i farmaci, ho provato ad avviare una nuova attività parallela per coprire le perdite dei condomini, sono cominciate le notizie di stampa, e non ho più retto”. Il 30 giugno, l’epilogo: “ho rischiato l’overdose di farmaci, non mi vergogno a dirlo: ho tentato il suicidio; mi sono risvegliato al Fatebenefratelli”.
Canini si è rivolto dunque all’avvocato Antonelli. “Il mio assistito- ha dichiarato il legale- è pronto a prestare massima collaborazione con gli organi inquirenti relativamente agli ammanchi, siamo altresì a disposizione, per quanto ci è possibile, con i nuovi amministratori subentrati nel frattempo”. Allo stato, in procura non risultano inchieste. Canini rischia un’incriminazione per appropriazione indebita aggravata.
Federico Berni