Monza – Venerdì 21, sabato 22 e domenica 23 ottobre andrà in scenma a Bimario 7 la commedia di Rodolphe Sand, ”Singles”. Tra i protagonisti il monsese Alfredo Colina, che abbiamo intervistato.
E’ un cabarettista e attore ormai navigato, eppure freme come uno scolaretto al primo giorno di scuola. Lui, Alfredo Colina, 49 anni, conta i giorni che lo separano dalla prima di uno spettacolo che lo vede protagonista nella sua città. Si tratta di Singles, in programma a Binario 7, venerdì, sabato e domenica. I traguardi raggiunti dopo i primi passi mossi nella scuola QuellidiGrock sono tanti: dagli spettacoli con la compagnia Burro Fuso alle trasmissioni televisive con il mago Forrest e la Gialappa’s, dal cabaret allo Zelig, alla fiction Un ciclone in famiglia, con Boldi. L’anno scorso ha partecipato al film La banda del babbi natale, col trio Aldo Giacomo e Giovanni, e attualmente è in tournee con l’opera «Era ora», realizzata da Silvana Fallisi, la moglie di Aldo Baglio.
A Monza poi, e in Brianza, è di casa con la Scuola delle arti, che ha ripreso l’attività. Eppure. Eppure adesso è agitato. «Ho chiesto io alla produzione romana, la cooperativa La Bilancia, di poter fare la prima nella mia città e mi hanno dato retta. Poi andremo a Milano e Roma».
Parlaci della commedia.
«Si tratta di un’opera che ha avuto grande successo in Francia e che il regista Rodolphe Sand ha voluto portare in Italia. Io sono stato scelto per questo lavoro. Sul palco avrò come compagni due ottimi interpreti: Federico Bonaconza, diplomato alla Paolo Grassi, e Ussi (Luciana) Alzati, mia socia storica. Con loro mi sono trovato bene, come pure col regista francese, persona squisita, che ha voluto un interprete per potere intendersi bene con noi attori».
C’è solo comicità nella commedia, e che tipo?
«Si tratta di una comicità di situazione. I tre single, molto diversi tra loro, vivono circostanze assurde, tipo infilarsi in club per single, in centri benessere che ti ‘ricostruiscono il look’. Si tratta di situazioni divertentissime, ma con un messaggio al fondo che fa meditare. Pur diversi nel carattere, tutti e tre aspirano nel profondo a una cosa sola: amare e essere amati. Il mio personaggio, ad esempio, che è single non per scelta ma per destino, si accorge che le ‘trasformazioni’ sono una forzatura del suo io. E’ una commedia adatta a giovani e adulti».
Fare ridere in un momento in cui c’è poco da ridere. Che cosa ne pensi?
«Parliamo di un argomento di attualità e che riguarda molte persone. Il momento brutto che attraversa il Paese non è certo l’unico della sua storia. Ecco, penso che il comico serva a sdrammatizzare, ad alleviare il peso delle situazioni. Penso a Totò e a Sordi che riuscivano a fare ridere sul problema della fame in momenti in cui per molti italiani era difficile mangiare due volte al giorno. O a Paolo Villaggio, al suo Fantozzi, parodia dell’impiegato sfruttato e spersonalizzato».
Antonello Sanvito
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