Cesano: “Per l’amianto sul tettosiamo costretti a vivere da reclusi”

Aprire la finestra e ritrovarsi di fronte l'eternit, è la quotidianità per la famiglia Tamburini al Villaggio Snia. É dal 1995 che i Tamburini combattono contro l'amianto a copertura della tettoia del centro anziani. Dal Comune tutto tace.
Cesano: “Per l’amianto sul tettosiamo costretti a vivere da reclusi”

Cesano Maderno – Aprire la finestra e ritrovarsi di fronte a una preoccupante distesa di eternit. Purtroppo non è un’esagerazione, ma è la quotidianità per la famiglia Tamburini, mamma Laura, papà Giovanni, il piccolo Luca di 4 anni e Irene di 12 anni, residenti in via Marconi 10 al Villaggio Snia sopra il centro anziani. É dal 1995 che i Tamburini combattono contro il brutto e soprattutto pericoloso materiale (cancerogeno) a copertura della tettoia del centro, scrivono lettere, chiedono incontri al Comune, nel 2000 si erano persino dichiarati disposti ad acquisire la tettoia, facendola diventare il loro terrazzo, niente dal Palazzo hanno sempre ricevuto il due di picche.

Qualcosa si era mosso lo scorso anno, quando l’amministrazione comunale si era dimostrata sensibile e aveva affidato a un tecnico, il geometra Livio Giovanni di Lentate, il compito di redigere il progetto di smaltimento e soprattutto sostituzione dell’amianto. Sulla carta l’opera doveva partire a settembre, ma siamo a maggio e l’eternit è ancora lì sotto il naso dei Tamburini e soprattutto d’Irene. «Mia figlia ha una brutta allergia agli acari – racconta mamma Laura – Il consiglio del medico è abbassare la temperatura nella stanza in cui si trova, solitamente chiudiamo il calorifero della camera da letto, e aprire le finestre. Lo faccio, ma come può essere una soluzione per una bambina che soffre di allergia respirare l’aria da un terrazzo di eternit?».

Laura questa cosa l’ha raccontata al medico curante, che si è affrettato a redigere un certificato medico. «L’ho consegnato in Comune e tempo qualche settimana avevano finalmente fatto un sopralluogo. La cosa sembrava risolta, insomma che i lavori sarebbero iniziati a breve, ma siamo a maggio e niente è cambiato». Eppure i Tamburini erano pronti anche a un investimento di tasca propria. «Nel 2000 – racconta il marito Giovanni – abbiamo rifatto le facciate in accordo con tutto il condominio. L’impresa “Munari” aveva redatto un preventivo per sistemare la cosa, ma prima saremmo dovuti diventare proprietari della tettoia del centro anziani.

Il Comune non ce l’aveva concessa e ora siamo punto e a capo». Oggi a bloccare l’operazione di rimozione (costo totale dell’intervento 35mila euro), sarebbe un problema burocratico: un’assicurazione non ancora stipulata. Intanto però la famiglia Tamburini è costretta a vivere con le finestre chiuse delle due camere da letto, del bagno e della cucina e ora che le temperature si faranno sempre più elevate, la preoccupazione aumenta in particolare per la piccola Irene.
Cristina Marzorati