Carate, Brambilla contestatoPresidio per chiedere dimissioni

Un cartellone per il capogruppo del Pdl in consiglio comunale: «Antonino Brambilla, dimettiti». Un altro per le opposizioni: «I garantisti non sono muti e sordi». Presidio della Federazione della sinistra ieri sera, giovedì, alle porte del municipio di Carate.
Carate, Brambilla contestatoPresidio per chiedere dimissioni

Carate – Un cartellone per il capogruppo del Pdl in consiglio comunale: «Antonino Brambilla, dimettiti». Un altro per le opposizioni: «I garantisti non sono muti e sordi». Presidio della Federazione della sinistra ieri sera, giovedì, alle porte del municipio dove, alle 21, si è riunito il consiglio comunale. Una plateale mossa con cui la sezione guidata da Stefano Forleo è tornata sull’indagine della Procura di Monza che vede indagato per corruzione il vicepresidente della Provincia, Antonino Brambilla, che quando arriva a palazzo tira dritto, entra in aula e sceglie la linea del no comment.

Sceglie il silenzio anche la maggioranza. Parla, invece, a seduta aperta, il capogruppo del Pd, Francesco Paoletti, che coglie l’occasione – spiega – per rendere pubblico il suo pensiero. E cioè che un’indagine non è un rinvio a giudizio e che «è meglio che tutti impariamo la sottile arte di trattenere il pensiero fino a quando non ci sono i fatti»: «Entrando in municipio – così l’esponente del Pd – ho visto cartelli che accusano il consiglio comunale di omertà. Un’accusa che non accetto. Credo che faccia bene alla cultura giuridica di tutti ricordare che l’apertura di una indagine è solo la fase di raccolta delle informazioni». Fuori dall’aula, Forleo attacca: «Brambilla ha macchiato il consiglio comunale, l’organo politico più alto della città: si deve dimettere. Non vuole farlo? Si autosospenda fino alla sentenza: questo è garantismo».

Questa mattina la Federazione della sinistra ha depositato in Comune il formale invito ai capigruppo di Pd e “L’altra Carate”, l’opposizione, a stendere insieme una mozione di sfiducia a Brambilla, perché sia sospeso dal suo ruolo fino a quando la situazione non sarà chiarita. «La nostra non è una lezione al Pd – continua Forleo – ma un contributo al rilancio della sinistra mettendo la legalità alla base».

Brambilla ha rotto il silenzio nelle ultime ore, in una amara nota in cui scrive: «Quanto avvenuto conferma che chi ricopre una carica pubblica ha difficoltà a esercitare il diritto di difesa, perché per lui non vale la presunzione di innocenza, sostituitada quella di infallibilità della magistratura». E poi: «Ho il più sincero rispetto per la magistratura monzese che, fra l’altro, mi ha usato la sollecita attenzione di ricevere le mie dichiarazioni su questioni riguardanti il piano urbanistico di Desio». Brambilla ricorda di aver scritto una ventina di leggi regionali in materia urbanistica, di aver firmato i piani di Milano e di Monza e di tanti altri Comuni, e di avere alle spalle esperienze decennali di amministrazione pubblica e chiosa, riferendosi all’indagine: «Possibile che uno come me possa diventare assessore al Territorio della Provincia (e non presidente dell’Onu), senza aver bisogno di padrini o padroni?».
Alessandra Botto Rossa