Monza – Lui mette le mani avanti e dice: non è che si possa applicare la “thatchernomics” oggi, in Italia, e pensare che tutto cambi. Ma forse, suggerisce, quel modello che alcuni decenni fa ha risollevato una Gran Bretagna in ginocchio rimettendola sui primi gradini del mondo, ecco, qualcosa ha da insegnare. Lui è Antonio Caprarica e lei, neanche a dirlo, è la lady di ferro, cui il giornalista ha dedicato “Ci vorrebbe una Thatcher”(2012,Milano, Sperling & Kupfer,180 pp,17 euro). Il sottotitolo chiarisce tutto: dalla lady di ferro al governo dei tecnici, le ricette anticrisi che potrebbero salvare l’Italia. Caprarica le racconterà anche a Monza,alla libreria Libri e libri di via Italia alle 22, dove è atteso giovedì 7 febbraio alle 18 (ingresso libero) con l’organizzazione dell’associazione Novaluna.
«Al centro di questo libro c’è un Paese considerato il “grande malato d’Europa”: la sua industria è in declino,il costo della vita cresciuto, il debito pubblico incontenibile, tanto che il governo è sul punto di chiedere l’aiuto del fondo monetario internazionale – racconta la presentazione del volume – Sembra una fotografia dell’Italia di oggi,e invece è la Gran Bretagna alla fine degli anni Settanta, poco prima che a Downing Street arrivasse la più intransigente esponente dei conservatori, Margaret Thatcher. Somministrò al Regno una medicina amarissima, fatta di tagli alla spesa, privatizzazione delle aziende statali e deregulation. Una cura che sembrò ammazzare il paziente, ma lo guarì». La domanda è una, per Caprarica: «Perché è così difficile fare dell’Italia uno Stato europeo moderno?».
Caprarica in libreria a Monza«Qui “Ci vorrebbe una Thatcher”»
Lui mette le mani avanti e dice: non è che si possa applicare la “thatchernomics” oggi, in Italia, e pensare che tutto cambi. Ma forse, qualcosa avrebbe da insegnare. Il giornalista Antonio Caprarica presenta “Ci vorrebbe una Thatcher” giovedì 7 febbraio a Monza.