Burago e le prospettive di BasfA giorni incontro in municipio

Burago Molgora – Che la Basf volesse levare le tende, non era un mistero. Ma che andasse a incontrare il sindaco, quello sì che è inconsueto. Potrebbero esserci nell’aria novità che, per ora, nessuno conferma. A quanto pare dei 170 lavoratori impiegati nel sito di Burago, un centinaio verranno impiegati a Cesano Maderno, mentre una settantina rimarranno a Burago per rendere più appetibile l’acquisto del ramo d’azienda.

Anche il sindaco Giorgio Stringhini è rimasto colpito dalla situazione: «Ho avuto dei contatti con la Basf coatings – ha dichiarato – la stessa azienda ha avuto modo di incontrarmi per spiegarmi la situazione e chiarire gli scenari futuri». Se le indiscrezioni fossero corrette, il 2010 sarà l’ultimo anno di permanenza sul suolo vimercatese del colosso chimico. «In questi giorni avremo un incontro con la società – ha anticipato Stringhini – nel quale verranno messe sul tavolo le possibilità future per il sito». Attualmente la società non si è ancora disimpegnata dal polo produttivo e continua a far lavorare i suoi dipendenti.

Già nel novembre scorso la Basf aveva detto che Burago sarebbe capitolata e, forse, passata in altre mani: «Nonostante gli sforzi di collaboratori e management e le iniziative di recupero dell’efficienza messe in campo da Basf Coatings negli ultimi anni – si poteva leggere, in sintesi, nel comunicato datato 13 novembre – gli attuali livelli produttivi del sito di Burago Molgora, frutto di una decisa e duratura contrazione di mercato, non sono più economicamente sostenibili. Purtroppo le previsioni sull’andamento di mercato di medio-lungo periodo, non fanno presagire una ripresa tale da modificare sostanzialmente la situazione. In conseguenza di ciò sono state prese le seguenti decisioni: vendita o chiusura del sito di Burago. La vendita è la soluzione preferita e verrà perseguita con il massimo impegno da parte dell’azienda». All’origine c’è una logica scelta di risparmio e continuità aziendale: il sito di Cesano Maderno è di proprietà di Basf, dove ci sono ampi spazi per ricollocare forze lavoro, creando così un vero e proprio polo della chimica europea e mondiale.

Il sindacato, dal canto suo, è cauto: «Stiamo spingendo affinché l’azienda ceda il sito di Burago – spiega Walter Palvarini della Cgil – in modo tale che l’occupazione sia garantita. Al momento? Sappiamo che ci sono in corso trattative, ma non è nulla di confermato». E le conferme potrebbero arrivare nella seconda metà di marzo quando le agende dei sindacalisti e dei dirigenti dell’azienda si riempiranno di date in vista di incontri chiarificatori.
Lorenzo Merignati