Burago, condanna per la BburagoSei anni all’avvocato Rausse

Burago Molgora – Un primo tassello alla vicenda giudiziaria seguita al fallimento della Bburago, ex fiore all’occhiello dell’imprenditoria brianzola e buraghese, è stato messo mercoledì pomeriggio, con la condanna a sei anni di reclusione per l’avvocato Gianpietro Rausse, 61 anni, noto avvocato fallimentarista milanese, arrestato nel mese di luglio per concorso in bancarotta, riciclaggio, appropriazione indebita e reati finanziari, proprio in relazione al crac dell’industria di macchinine. La sentenza di condanna è stata pronunciata dal gup Alfredo De Lillo, che ha accolto quasi integralmente le richieste presentate nel corso della scorsa udienza dal pm Walter Mapelli, rappresentante della pubblica accusa.

Rausse era finito in carcere la scorsa estate, quando i militari della finanza avevano eseguito nei suoi confronti un provvedimento restrittivo emesso dal gip Licinia Petrella. Da allora, nonostante il ricorso al tribunale del riesame e alla Corte di cassazione, l’avvocato è rimasto in carcere. L’unico avvocato in Italia detenuto per bancarotta, reato peraltro coperto da indulto. Con la condanna di Rausse si chiude la prima tranche dell’inchiesta aperta dalla procura di Monza dopo il fallimento della Bburago, affondata tra debiti milionari, e passata poi nelle mani dei cinesi della Maisto.

Il lavoro degli inquirenti portò all’arresto di Marco Besana e Luigi Perego, rispettivamente ex amministratore delegato ed ex presidente del collegio sindacale della storica società buraghese, nel marzo 2006. Di questo filone si attende ancora la conclusione. Risale al 2004, invece, il primo incontro tra l’avvocato Rausse ed il cavalier Mario Besana, storico fondatore della Bburago, travolta negli anni scorsi da un grave dissesto finanziario, A Rausse erano stati dati incarichi di consulenza nella fase precedente al fallimento, ma, in un secondo momento, venne investito del compito di “salvare i quattrini” del capitano di industria all’epoca dell’inchiesta e del fallimento della Bburago.

Rausse, complessivamente, avrebbe ricevuto sette milioni dal patrimonio dei coniugi Besana, spogliati tra l’altro anche delle loro proprietà immobiliari per sfuggire alla confisca, e avrebbe restituito solo “misere somme di denaro”, anche a fronte di “pressanti richieste della vedova Besana”, come si leggeva nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita nel mese di luglio dai miltari della Guardia di Finanza di Seregno. Un comportamento che il giudice per le indagini preliminari del tribunale monzese aveva definito “spregiudicato”, e che giustificava dunque la custodia in carcere. Besana avrebbe sempre riposto massima fiducia nell’avvocato Rausse, ma, ormai giunto in punto di morte, sentitosi in un certo senso tradito, aveva deciso di incontrare il magistrato, per riferirgli tutti i particolari dei suoi rapporti con il civilista milanese.