Biassono, rapito dalla madreLa donna è partita per la Russia

I carabinieri hanno verificato che la donna che ha rapito il figlio affidato al padre di Biassono, è partita per la Russia, suo paese di origine. La sua auto è stata trovata vicino all'aeroporto. Ancora da stabilire se abbia portato con sé il bambino di cinque anni che avrebbe dovuto riportare al padre.
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Biassono – “Non accettiamo di parlare con la controparte, fino a che il nostro assistito non potrà riveder suo figlio”. Si chiudono nel silenzio (“per non intralciare le indagini) gli avvocati Sabrina Cassamagnaghi e Luigi Peronetti, che assistono il cittadino biassonese quarantenne che ha denunciato la ex moglie, una 32enne russa, per sottrazione di minori. Il problema è che le notizie che arrivano dalla procura di Monza, che indaga sul caso, non sono confortanti per il padre.
I carabinieri, infatti, hanno accertato che domenica 24 febbraio, il giorno in cui la donna avrebbe dovuto riaccompagnare il figlio di cinque anni avuto dal matrimonio col brianzolo, come disposto dal provvedimento del tribunale civile, la stessa è partita per il paese d’origine. Mancano ancora gli ultimi accertamenti, ma è quasi certo che abbia portato con sé anche il piccolo. Dunque una notizia poco confortante, nell’ottica di raggiungere una composizione pacifica della vicenda. I militari avrebbero trovato anche la macchina della signora nelle vicinanze dell’aeroporto. Da accertare anche la circostanza che con la russa Y.Y., oltre al figlio, sia tornata in patria anche la madre di lei. Nel frattempo, il caso del cittadino biassonese, tanto che anche una celebre trasmissione Rai si sarebbe interessata alla vicenda.
Gli avvocati che tutelano l’interesse del brianzolo, tuttavia, preferiscono la linea del silenzio per non creare eventuali problemi alle indagini. Smentite dunque i contatti tra avvocati del brianzolo e dell’immigrata. La donna in virtù di un provvedimento deciso nel mese di febbraio dal giudice Anna Maria Di Oreste, magistrato della sezione famiglia nonché presidente del tribunale monzese, poteva vedere il figlio solo nel fine settimana. Pur trattandosi formalmente di un affido congiunto, l’atto del tribunale favoriva di fatto il padre, nell’abitazione del quale era stato collocato il piccolo. Una decisione che aveva sconvolto la madre al punto che, invece di riportare il figliolo al marito la sera non ha più dato notizie di sé. Ora il timore del padre, degli avvocati, e degli inquirenti, è che la donna possa usare il piccolo come arma di ricatto. Secondo quanto si apprende da palazzo di giustizia, l’udienza davanti al giudice di famiglia era stata piuttosto turbolenta.
La donna, infatti, avrebbe avuto una reazione molto veemente alla lettura del provvedimento del magistrato, tanto che sarebbe stata allontanata prima di dare ulteriormente in escandescenze. Assieme all’immigrata, era anche presente la madre di quest’ultima. La straniera e il brianzolo si sarebbero sposati cinque anni fa, proprio come l’età del bambino di cui ora il padre non ha più notizie. La relazione sembrava andare a gonfie vele fino agli ultimi mesi, quando il rapporto ha cominciato a vacillare fino al naufragio definitivo, e arrivare infine all’appuntamento davanti al giudice della separazione.
Federico Berni