È un Beppe Grillo stanco, spossato dalla campagna elettorale nelle piazze d’Italia, provato da un crollo d’adrenalina. È il Beppe Grillo che interviene in streaming sul sito del Movimento 5 Stelle in quello che dallo studio definiscono «il discorso alla Nazione».
Grillo, pur stanco, parla. «Intanto entriamo in Parlamento – dice – e ci perfezioniamo. E non pensino di fare inciucetti, inciucini. Faremo tutto quello che abbiamo promesso in campagna elettorale: nessuno deve rimanere indietro, siamo 110 dentro e qualche milione fuori. Siamo il primo partito in assoluto e in soli tre anni, tre anni e mezzo».
E poi: «Non prenderemo soldi pubblici continueremo così. Aspettateci in Parlamento sarà bellissimo potervi osservare: vogliamo scoprire dove ci collocheranno tra gli scranni, spero dietro a ognuno di voi. Noi siamo l’ostacolo, possono andare avanti ancora sei–otto mesi, noi cominceremo con quello che abbiamo sempre detto. Se ci seguono bene, sarà una battaglia dura».
“Loro” sono sempre i politici, la casta. Ma questa volta Grillo nomina, forse per la prima volta dall’inizio della campagna elettorale, i suoi avversari: «Sono tutti uomini falliti, Bersani e Berlusconi. Sono lì da 25-30 anni, hanno portato il paese alla catastrofe. L’hanno portato alla crisi, l’hanno immobilizzato con 18-20 milioni di persone che galleggiano: il problema dell’Italia sono queste persone, finché non gli toccano le pensioni e gli stipendi. Ma durerà poco, abbiamo risvegliato degli sguardi spenti. Un abbraccio a tutti».