Angelo Busnelli e la bici in legnoPassione nata accanto a Coppi

Il cesanese Busnelli è sempre stato un creativo. Il pezzo di cui è più orgoglioso è però una ”semplice” bicicletta: 13 mesi di lavoro (più o meno 850 ore), grandezza naturale, 579 pezzi di cui 452 nella sola catena, interamente in legno.
Angelo Busnelli e la bici in legnoPassione nata accanto a Coppi

Cesano – Angelo Busnelli ha passato una vita tra utensili ed attrezzi da falegname, quando è andato in pensione, poco più di dieci anni fa, ha iniziato ad impegnare il suo tempo riproducendo oggetti di uso quotidiano e utilizzando esclusivamente la materia che ha imparato a plasmare in tanti anni di lavoro. Come spiega la moglie, Angelo è sempre stato un creativo. Tra gli oggetti che ha ricreato ci sono treni, moto, un pallone da calcio, vasi e una sega a nastro, di quelle utizzate più di trent’anni fa, in scala ma perfettamente funzionante grazie a un piccolo motore acquistato in un negozio di modellismo. Il pezzo di cui è più orgoglioso è però una ”semplice” bicicletta: 13 mesi di lavoro (più o meno 850 ore), grandezza naturale, 579 pezzi di cui 452 nella sola catena, interamente in legno, cambio a 14 velocità compreso, peso di 6,40 chilogrammi. Un gioiello in acero e rovere. «Ho usato legno di acero e rovere perché si prestano bene a questi lavori. L’acero una volta assestatosi non si deforma più, mentre il rovere è duro come l’acciaio per cui l’ho usato per i pedali, la catena, il cambio ed i pignoni – spiega il falegname in pensione – Il ciclismo è una della mie più grandi passioni, fin dalla gioventù. Sono anche stato cicloamatore. Nel 1958 – continua Busnelli – venne fondata la Società ciclistica mobili Binzago e mi iscrissi. Rimasi nelle loro fila fino al ’62, quando partii per il militare. All’epoca era molto difficile riuscire a coniugare lavoro ed allenamenti, quando ho smesso per assolvere gli obblighi di leva non ho più ricominciato. Ora guardo tutte le corse in tv».

Busnelli ricorda però con piacere quando appena 16enne potè affiancare in sella alla sua Ambrosi la bicicletta di Fausto Coppi, il campione, in occasione di una gara promozionale durante la festa patronale di Cabiate. «Una volta lasciate le competizioni, mi sono dedicato alla bicicletta da cicloturista, purtroppo un’operazione al ginocchio mi ha però allontanato dalla sella. Forse è anche per questo che una volta andato in pensione ho voluto ricreare perfettamente la mia Ambrosi, non quella che avevo da giovane, ma un modello più recente, che mi ero comprato negli anni ’90» conclude Angelo. La bicicletta non può reggere una persona per via dei raggi troppo sottili (ma il falegname giura che sarebbe possibile creare un telaio e delle ruote ad hoc, anche se poi il problema sarebbero catena e cambio, che dovrebbero inevitabilmente essere di acciaio per non rompersi alla trazione) ma viene considerata un vero e proprio gioiello, tanto da essere esposta nel 2006 in occasione dei Mondiali di Varese.

g.p