Monza – Il decreto ministeriale che introduce il “Redditometro” è stato pubblicato venerdì 4 gennaio. Pensato per contrastare l’evasione fiscale, permetterà all’Agenzia delle entrate di risalire al reddito degli italiani in base alla loro capacità di spesa e in confronto a quanto dichiarato. Per far scattare un accertamento da parte del Fisco sarà necessario uno scarto tra il reddito dichiarato e le spese rilevate, all’interno di un margine di tolleranza del 20%. Lo strumento si applicherà a partire dal mese di marzo e potrà risalire fino ai redditi del 2009.
Come annunciato in autunno, sono oltre cento le voci di spesa rilevanti, 11 tipologie di famiglie, 5 macroaree geografiche. Il redditometro incrocerà i diversi fattori per stabilire se la dichiarazione dei redditi è fedele oppure no. Oltre agli eventuali beni di lusso, auto di grossa cilindrata o barche, analizzerà anche le spese considerate quotidiane: quelle per il cellulare o la palestra o la baby sitter dei figli, gli alimentari e i giocattoli, le scommesse online, l’assicurazione per l’auto e la retta per l’asilo nido. Poi i detersivi, le spese per taxi, i gioielli, pay-tv e bollette. Le singole voci di spesa terranno conto delle cinque aree geografiche in cui è stata divisa l’Italia fiscale e delle 11 tipologie di famiglie, che abbracciano un po’ tutte le situazioni, dai single alle famiglie numerose, dai nuclei monoparentali alle coppie di anziani soli.
È possibile autovalutarsi con il Redditest, che consente a ciascun contribuente di inserire i vari dati sulle spese e verificare se il reddito dichiarato è coerente con le spese affrontate.