Monza: la Cgil e i referendum per il lavoro dignitoso e sicuro

Anche la Brianza chiamata a raccogliere le firme per quattro quesiti che vogliono modificare le leggi sull'occupazione.
La presentazione delle proposte referendarie della Cgil
La presentazione delle proposte referendarie della Cgil Fabrizio Radaelli

Quattro referendum di iniziativa popolare per avere un lavoro più stabile, più dignitoso, più tutelato e, soprattutto, più sicuro. Un’esigenza, quest’ultima, tragicamente evidenziata dall’ennesima vittima di un incidente lavorativo, conseguenza di un episodio avvenuto proprio in un cantiere edile a Monza.

I discorsi di circostanza e le cerimonie, appaiono sempre più uguali e, soprattutto, sempre più inutili. La Cgil, dunque, prova a invertire la rotta promuovendo appunto quattro referendum. La campagna è partita anche in Brianza. L’obiettivo è superare a livello nazionale quota un milione e 100mila firme, “tetto” raggiunto nel 2016, in occasione della campagna referendaria contro il Jobs Act. Quel referendum, infine, non si svolse.

Questa volta, invece, la Cgil intende chiamare al voto gli elettori nella primavera del 2025. La raccolta firme proseguirà fino alla fine di giugno. «In questo periodo – sottolinea Walter Palvarini, segretario generale Cgil Monza e Brianza – saremo nei mercati, nelle stazioni, nei luoghi di aggregazione. Si potrà firmare nelle nostre sedi». Questa volta l’adesione potrà essere espressa anche attraverso la firma digitale con l’utilizzo di un qr code. L’opportunità è riservata ai possessori della carta d’identità elettronica e dello Spid.

«Il lavoro in Italia – specifica la Cgil in un comunicato – è troppo precario e i salari sono troppo bassi. Tre persone al giorno muoiono lavorando. Per realizzare il massimo profitto possibile appalti, subappalti, finte cooperative, esternalizzazioni di attività, sono diventati normali modelli organizzativi. Il frutto di vent’anni di leggi sbagliate è un netto peggioramento delle condizioni di vita. Il lavoro deve essere tutelato perché è un diritto costituzionale. Deve essere sicuro perché di lavoro si deve vivere e non morire. Deve essere dignitoso e perciò ben retribuito. Deve essere stabile perché la precarietà è una perdita di libertà».

Il quarto quesito referendario è quello specificatamente legato al tema della sicurezza. Si intende abolire la norma che esclude la responsabilità solidale delle aziende committenti nell’appalto e nel subappalto, in caso di infortunio e malattia professionale della lavoratrice o del lavoratore.
«Nei primi due mesi di quest’anno – spiega Sabina Bruschini, responsabile del patronato Inca Cgil Monza e Brianza – in Italia ci sono stati 119 incidenti mortali sul lavoro. Gli infortuni sono stati 92mila». Il primo quesito punta all’abrogazione delle norme che impediscono il reintegro al lavoro in caso di licenziamenti illegittimi. In questo caso si vogliono cancellare le norme sui licenziamenti del Jobs Act che permettono alle imprese di non reintegrare un lavoratrice o un lavoratore licenziato in modo illegittimo, nel caso in cui sia stato assunto dopo il 2015.

La seconda proposta mira ad abrogare le norme che facilitano i licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese. L’obiettivo è quello di elevare le tutele per chi lavora nelle aziende con meno di 15 dipendenti. Il terzo quesito, infine, riguarda le leggi che hanno liberalizzato l’utilizzo del lavoro a termine. La Cgil intende limitarne il ricorso a causali specifiche e temporanee. «A lavoratori precari – spiega Irene Zappalà, responsabile ufficio vertenze Cgil Monza e Brianza – viene negata pure la possibilità di contrarre un mutuo per l’acquisto della casa o di una macchina».