Monza e Brianza, aumentano le vertenze

I dati dell'ufficio vertenze della Cisl Monza Brianza: nel 2021 635 lavoratori nelle vertenze individuali con un incremento di circa il 44% rispetto al 2020 e del 12% rispetto al 2019. Alcune riguardano lo smart working.
Da sinistra Emanuela Diano (Ufficio vertenze), Antonio Mastroberti, responsabile Ufficio vertenze Cisl Monza Brianxa Lecco, Pietro Leonforte (Ufficio vertenze), Mirco Scaccabarozzi, segretario generale Cisl Monza Brianza Lecco, e Roberto Frigerio, segretario Cisl Monza Brianza Lecco.

La pandemia ha lasciato il segno anche nel mondo del lavoro. Lo evidenziano i dati raccolti dall’ufficio vertenze della CISL Monza Brianza Lecco nel corso del 2021. Il blocco dei licenziamenti e l’utilizzo degli ammortizzatori sociali ha evitato, almeno fino alla fine di ottobre, che le aziende procedessero a riduzioni di personale e per questo è calato il numero dei lavoratori assistiti per licenziamenti per motivi economici.

Sono, però, aumentati i casi di conciliazioni per risoluzioni consensuali del rapporto di lavoro e di licenziamenti per giusta causa che, spesso, nascondono ragioni di carattere economico. Numeri alla mano, l’ufficio, guidato da pochi mesi da Antonio Mastroberti, che è anche coordinatore degli uffici vertenze della Cisl Lombardia, ha assistito, nel corso del 2021, 635 lavoratori nelle vertenze individuali con un incremento di circa il 44% rispetto al 2020 e del 12% rispetto al 2019.

“Di questi lavoratori – sottolinea Mastroberti – 270 hanno chiesto la nostra consulenza per il recupero crediti, 172 per sottoscrivere delle conciliazioni, 85 per impugnare il licenziamento e la parte rimanente per il controllo delle buste paga o per una richiesta di risarcimento danni”. Per quel che concerne il recupero crediti, l’ufficio vertenze della CISL Monza Brianza Lecco  ha recuperato lo scorso anno 7.019.174 euro, dei quali 5.184.771 dai fallimenti. 

Delle somme recuperate circa 4,5 milioni (il 65%) riguardavano lavoratori della provincia di Monza Brianza. “Dati in calo rispetto al passato-precisa Mastroberti- Si evidenzia, infatti, una riduzione del 15% rispetto al 2020 e del 25% rispetto al 2019. Una tendenza in corso dal 2015 dovuta a un numero minore di aziende fallite, dai sempre più numerosi casi di rapporti di lavoro breve dei lavoratori e dalle modifiche legislative che hanno ridotto le tutele portando a un recupero di somme inferiori”.

Tra le nuove vertenze di cui si è incaricato l’ufficio vi sono quelle legate allo smart working con richieste da parte dei lavoratori da remoto di maggiori tutele e di parità di trattamento economico con coloro che lavorano in presenza. E non sono mancate le sorprese come il numero sempre più elevato di dimissioni volontarie. “Molti lavoratori durante la pandemia hanno maturato l’idea di svolgere un lavoro in proprio-conclude Mastroberti-altri hanno scelto un lavoro che consentisse una miglior conciliazione con la propria vita personale, altri ancora, soprattutto le professionalità più alte, hanno trovato un posto più qualificato”. Tra i dimissionari vi sono stati, seppur in percentuale ridotta, anche lavoratori sprovvisti di green pass.