Energia, Api e la stangata sulle imprese: «Così produrre non ci conviene»

La contraddizione segnalata da Api: tanti ordini ma linee ferme e cassa integrazione. La raffica di aumenti non ha fatto eccezioni.
Le attese per i prossimi mesi del 2014 sono stabili per il metalmeccanico e in aumento per chimico e tessile
Imprese e rincari

La brutale raffica di aumenti non ha fatto eccezioni. Nel senso che si sono ritrovate a fare i conti con bollette drammaticamente impazzite sia le aziende manifatturiere inevitabilmente più energivore, sia imprese che assicurano servizi. Queste ultime dovrebbero essere riuscite a limitare il robusto salasso al proprio portafoglio. Ma nemmeno poi tanto, come ha puntualmente rilevato Api, Associazione Piccole e Medie Imprese.

Energia, stangata sulle imprese: bolletta da 400mila a 1 milione 400mila euro

Le aziende associate sono circa 2mila, 450 di queste hanno sede in Brianza. Un’associata, impresa che garantisce appunto servizi, nel luglio dello scorso anno aveva sborsato 8mila euro per saldare la bolletta. A luglio 2022 la stessa bolletta è costata 48mila euro. Sul fronte delle imprese manifatturiere, ovviamente, non si possono trovare motivi di consolazione. Anzi. Una grossa azienda con 200 addetti specializzata nella lavorazione nel vetro pagava una bolletta mensile di 400mila euro. Ora la cifra ha toccato quota un milione e 400mila euro.

Energia, stangata sulle imprese: “Allarme lanciato già prima della guerra in Ucraina”

«Ci troviamo – precisa Stefano Valvason, 59 anni, laureato in ingegneria, direttore generale di Api, dal 2017 al 2012 consigliere della Camera di Commercio di Monza e Brianza – in una situazione ampiamente prevista. Monitoravamo mensilmente i costi e già prima della guerra in Ucraina avevamo lanciato l’allarme. Poi lo scoppio del conflitto ha aggravato una situazione che ora è gravissima, ormai fuori controllo. L’aumento dei prezzi dell’energia è di una intensità tale da tagliare le gambe alle nostre piccole e medie imprese».

Energia, stangata sulle imprese: la nuova concorrenza al Made in Italy

Proprio quelle aziende da sempre orgoglio dell’Italia che lavora, sempre capaci di affermare con i fatti e con i prodotti la validità del «made in Italy». Ma la concorrenza ora non ha nomi stranieri: la minaccia, ora, arriva alle spalle. Succede così che un’azienda tessile, di fronte all’aumento dei costi energetici del 500%, decida di tenere in funzione solo tre linee produttive su otto. Il personale addetto alle cinque linee «tagliate», è finito in cassa integrazione.

Energia, stangata sulle imprese: “Rischio distruggere quello che era stato recuperato da un anno e mezzo”

Un paradosso amaro e crudele, perché la locomotiva Italia, archiviata l’emergenza sanitaria, si era rimessa a correre come prima, più di prima.
«Da un anno e mezzo – conferma Valvason – le nostre aziende stavano andando bene. Ma ora si rischia di distruggere tutto. Non bisogna vanificare quanto di buono è stato fatto in questo ultimo periodo. Lo Stato e l’Europa devono intervenire per metterci una pezza. Quella da fermare è la speculazione, l’energia ha raggiunto prezzi folli. Pochi furbi stanno approfittando di questa situazione e c’è un Paese che rischia di finire a gambe all’aria».

Energia, stangata sulle imprese: le imprese del gruppo acquisto Api

Le imprese che fanno parte del gruppo di acquisto di Api (700 unità di prelievo, per un totale di circa 500 aziende) hanno potuto fare affidamento su prezzi più contenuti rispetto a quelli ora imposti dal mercato. L’aumento, in ogni caso, c’è stato anche per chi ha potuto utilizzare questo «paracadute»: i prezzi hanno avuto un balzo in avanti compreso tra il 250% e il 300%.
«I prezzi – conclude Valvason – sono stati fissati in anticipo e saranno in vigore fino al 31 dicembre. Poi, bisognerà avviare nuove trattative per tutelare le nostre aziende. Ma sono sempre convinto che serva un intervento forte dell’Unione Europea per fissare un tetto al costo del gas».