Ci sarà un cavaliere e ci sarà anche un drago. Un amore abbandonato e uno scudiero. Una prostituta, un menestrello e anche un angelo custode. Sono loro i protagonisti dello spettacolo che apre ufficialmente la stagione del teatro Manzoni, ed è uno spettacolo speciale, almeno per due ragioni: è un’anteprima nazionale ed è di Filippo Timi.
L’attore perugino diventato celebre tra il grande pubblico per la trasposizione televisiva dei racconti del “Bar Lume” è uno dei più apprezzati e importanti interpreti della scena italiana: domenica 21 ottobre sarà alla sala di via Manzoni 23 per il debutto ufficiale di “Un cuore in vetro in inverno”, che soltanto due giorni dopo sarà per quasi una settimana a Firenze (teatro La Pergola) e quindi a Milano (Franco Parenti), Roma (Ambra Jovinelli) e Perugia (teatro Morlacchi).
Scritto dallo stesso Timi con la collaborazione artistica di Fabio Cherstich e con Marina Rocco, Elena Lietti, Andrea Soffiantini, Michele Capuano (produzione Teatro Franco Parenti/Fondazione Teatro della Toscana), ha un titolo che sembra alludere allo splendido e premiatissimo “Un cœur en hiver” (Un cuore in inverno), il film del 1992 di Claude Sautet con Daniel Auteuil e Emmanuelle Béart che a sua volta era stato ispirato da una delle tante storie di Lermontov in “Un eroe dei nostri tempi”, cioè “La principessina Mary”.
Quell’eroismo era quello di una generazione di soldati e intellettuali che non avevano più una vera causa per cui combattere e che, nello smarrimento della loro contemporaneità, finivano come il protagonista per percorrere la strada dello scetticismo, del pessimismo e fino alla vendetta.
Sarà questo il riferimento del nuovo spettacolo di Timi? Per ora sappiamo soltanto che “scritto nel personalissimo e inconfondibile stile – a tratti anche dialettale – che contraddistingue il suo autore, il nuovo testo di Filippo Timi è fortemente poetico. Come in un romanzo cortese, racconta la storia di un cavaliere che deve lasciare il proprio amore ad aspettarlo, andare in battaglia e affrontare il drago delle sue paure” (e in Lermontov ci sono i Dragoni dell’esercito russo, chissà).
Ancora: “Uno scudiero e un menestrello, una prostituta e l’angelo custode compongono la piccola corte di personaggi che fa da contorno alla figura di Timi/cavaliere in questo carosello tragicomico” si legge nella sinossi dello spettacolo che prosegue nella descrizione di quello che si vedrà domenica sera a Monza, che in realtà scarta delle premesse lermontoviane: “Raccontato per stazioni come in una sorta di via crucis o di sacra rappresentazione, lo spettacolo semplice e giullaresco, a guisa di rappresentazione medievale, è anche in parte un omaggio a un certo cinema di Pasolini e alle sue atmosfere, ma è soprattutto l’apripista di una nuova linea di ricerca del teatro di Filippo Timi”.
Lo spettacolo arriva a Monza per la rassegna Altri percorsi: il primo appuntamento con la Grande prosa è invece dal 15 al 18 novembre con Angela Finocchiaro in scena con “Ho perso il filo”.
Biglietti. Platea: intero 29 euro e ridotto 27 euro; Balconata: intero 26 euro e ridotto 24 euro; Galleria: intero 16 euro e– ridotto 14 euro. Per informazioni: teatromanzonimonza.it (telefono 039.386500 e email info(at)teatromanzonimonza.it)