Spleen orchestra before Christmas Il Tim Burton show a teatro

La Spleen orchestra per quattro date consecutive al teatro Ringhiera di Milano dal 3 al 6 dicembre con il suo Tim Burton show: le canzoni e la poetica del regista americano trasferite live sul palco per un concerto sognante. Insomma, The Spleen orchestra before Christmas.
La Spleen orchestra al teatro Ringhiera di Milano

Chi non ama Tim Burton alzi la mano. Bene, abbassatela e girate pagina, tutto il resto non fa per voi. Ma se lo amate allora Jack Skeletron e Sweeney, una sposa un po’ troppo cadavere, il bambino ostrica, Beetlejuice e il due volte resuscitato Frankenweenie (prima nel cartoon, poi nel remake), Sleepy Hollow ed Edward che ha le mani di forbice sono un catalogo di facce e di luoghi che si possono sfogliare come il libro che non se n’è mai più andato dal comodino.

Quelle facce e quei luoghi se li è inventati il regista Tim Burton e Danny Elfmann ha dato loro una colonna sonora finché un giorno un gruppo di vimercatesi (per dar loro una casa) non ha deciso di tirarli fuori dai film. Quattro anni fa, la prima volta, era la Locomotiva di Vimercate. E c’erano una ventina di persone ad ascoltarli. Quattro mesi fa, al Carroponte di Sesto San Giovanni, duemila.

Sono zeri che ti cambiano un po’ la vita, quelli, gli stessi che settimana prossima accompagnano la Spleen Orchestra al teatro Ringhiera di Milano non per un concerto, ma per quattro serate consecutive, dal 3 al 6 dicembre. Spleen orchestra per di musica si tratta: otto musicisti che trasferiscono l’immaginario timburtoniano sul palco ricreando le atmosfere e interpretando le canzoni dei film. «Non un musical» dice uno di loro, Paolo Agrati, eppure molto più di un concerto. Con costumi, cambi di personaggi almeno per le voci, effetti scenici, video sullo sfondo. Paolo Agrati canta e traccia la narrazione, Silvano Spleen dirige e suona il pianoforte, Moreno Teriaca e Alessandra Maria cantano, Odorico Del Corso allarga e strizza la fisarmonica, Carlo Fontana imbraccia le chitarre, Giuseppe Fiori il basso, Beppe Cuscito si accomoda alla batteria, poi Chiara Turati pensa a scene e costumi e Giampaolo Giarraffo alle proiezioni.

Che poi non siano interpretazioni filologiche, be’, questo fa la differenza: non si tratta di trasferire dal vivo le canzoni dei film sul palco, ma di riarrangiarle, modificarle quel tanto che serve, altrimenti che gusto c’è. Quel che conta è che quando si apre il sipario tiri aria di Tim Burton. E così accade. «Con il mio welcome – spiega Agrati – tratto da Ed Wood, bara inclusa da cui esco dopo un corteo funebre accompagnato dai musicisti», giusto perché non ci siano equivoci. Poi di brano in brano, incluso il Tom Jones di “It’s not unusual” di Mars Attacks!, Alice che precipita nel pozzo, gli Oompa Loompa, «scegliendo soprattutto il Tim Burton sognante» e creando «un’esperienza corale».

Poi qualcosa cambia, in un teatro. Non che sia nulla di nuovo per loro – in quattro anni sono passati dai palchi dei festival ai club, dagli auditorium alle tende, hanno occupato piazza San Marco come i Pink Floyd, a carnevale del 2012 – ma «per il teatro abbiamo sviluppato momenti diversi, perché cambia il pubblico e cambia l’atteggiamento del pubblico, i silenzi sono infiniti. Lì le persone aspettano il seguito. Il teatro va rispettato».

E sì, un po’ lo teme, il teatro, la Spleen orchestra, ma non per paura (sempre gotici sono), «ma con la giusta tensione» che serve per affrontare non una serata e ciao, ma quattro date in un teatro di Milano, con il management di BloomOut di Mezzago: prevendite aperte con happyticket.it e al Bloom stesso (15 interi, 10 i ridotti, tutti gli spettacoli alle 20.45). Ah, sì, poi ci sono i dubbiosi. Per loro la risposta l’aveva già Jack in The nightmare before Christmas. «Non sforzarti di capirlo, devi solo immaginarlo, sai?».