Cosa può rappresentare una stanza nella vita di una persona? Per Massimo Zuin, un mondo intero. Il 13 dicembre è uscito il nuovo album digitale del cantautore desiano. E il suo titolo è emblematico: “Stanze”. Sì, perché con queste canzoni l’artista ha tentato di esplorare l’animo umano nelle sue “stanze” più profonde.
Musica: il nuovo album di Massimo Zuin è un viaggio nelle “stanze” della vita, un contenitore emozionale
«Questo album è una sorta di contenitore emozionale – ha raccontato Zuin – d’altronde ognuno di noi nelle stanze di casa trattiene dei ricordi. L’idea di scrivere Stanze è nata nel periodo Covid: un periodo nel quale nelle nostre vite, se ci pensiamo, non esistevano altro che “stanze”. Quattro canzoni, quattro stanze tutte diverse. Alcune luminose, altre più oscure e misteriose. E così anche i sentimenti, che sono ciò che ci rende umani, così forti e così fragili allo stesso tempo. Ho volutamente fatto un lavoro molto istintivo e soprattutto non legato alle sonorità che vanno di moda molto naturale, insomma, direi casalingo. La mia necessità di fare musica è sempre stata reale e personale. Ho creato qualcosa che piacesse a me, con la speranza che possa piacere anche al pubblico».
Musica: il nuovo album di Massimo Zuin è un viaggio nelle “stanze” della vita, il viaggio
Scritto interamente da Zuin e con la produzione e la registrazione di Claudio “Kupo” Cupelli, si tratta di un progetto viscerale ed assolutamente autentico. Un progetto che vuole essere più di una raccolta di canzoni: un viaggio, tanto faticoso quanto meraviglioso. “Stanze” era inizialmente il titolo di una sola canzone, ma poi «ho capito che quel titolo era adatto invece a racchiudere tutto quello che volevo trasmettere con l’intero album». A novembre, era uscita una canzone che però non è inclusa nel progetto. Il cantante ha spiegato: «Dylan Dog ha una tematica diversa da quella di Stanze. Parla di temi ancor più delicati, del suicidio e dei disturbi di personalità. Non la ho inserita nel progetto per questo motivo».
Musica: il nuovo album di Massimo Zuin è un viaggio nelle “stanze” della vita, carta d’identità
Classe 1984, Massimo Zuin ha iniziato a fare musica in giovanissima età: «A 16 anni ho iniziato a suonare degli strumenti, più per necessità di sentirmi parte della mia prima compagnia di amici, dove tutti suonavano. Poi questi amici mi hanno lasciato solo e quel bisogno si è trasformato in rabbia, che mi ha portato ad imparare a suonare anche la chitarra. Ho da subito cercato di creare qualcosa che fosse mio, che fosse assolutamente personale». Un qualcosa che poi, nel 2018, lo ha portato a calcare il prestigioso palco del concerto del Primo Maggio di Roma. Ma è Desio – dove tutt’oggi vive con la sua famiglia – il posto dove è nato e cresciuto, che ha vissuto in tutte le sue sfaccettature e che lo ha creato musicalmente. «Il mio primo concerto è stato alla primissima edizione di Desio in musica – ha continuato Zuin – devo però dire che quando ho iniziato a suonare io la scena desiana era fantastica. Adesso, invece, la musica a Desio è sparita, non ci sono locali dove suonare. Per farlo devo per forza muovermi verso Milano».
Ma chitarra e voce, imperterrito, Massimo Zuin persegue quell’intensa passione e quella forte pulsione di comunicare qualcosa che caratterizza tutti i grandi artisti, nel bel mezzo del marasma dell’industria musicale odierna.