Venerdì sera, teatro Manzoni di Monza. Gino Paoli e il pianista Danilo Rea portano in scena “Due come noi…”, una collaborazione consolidata all’insegna dell’improvvisazione. Dopo Ornella Vanoni, il secondo e ultimo evento della prima rassegna “Musica al Manzoni”.
Paoli-Rea, una coppia in scena insieme da tempo (vista anche all’ultimo festival di Sanremo): come si regala al pubblico ogni volta un concerto diverso?
Credo che, per quanto mi riguarda, il merito sia della grande influenza che il jazz ha sempre avuto nella mia vita. Io ho cominciato ad ascoltarlo a 12 anni, dai dischi dei soldati americani che avevano i carri armati davanti casa mia. E quando ho sentito la tromba di Louis Armstrong è stato un colpo di fulmine. Sono sempre stato un appassionato ascoltatore ma anche esecutore, amante di quell’improvvisazione propria del jazz. Ed è proprio da questa comune passione che Danilo e io troviamo l’ispirazione per le nostre improvvisazioni. Il punto di incontro tra di noi è questa “libertà” nell’affrontare la musica.
C’è una canzone che Gino Paoli non si stancherà mai di cantare?
Penso sia difficile “stancarsi” di una canzone, specialmente se si è sempre cercato di scriverle tutte allo stesso livello. Io su 10 che scrivo ne butto via 9, e quando pubblico un brano è perché sono convinto sia quello “giusto”. Poi il successo è un incidente, una questione soprattutto di fortuna. Per il resto, non preferisco una canzone in particolare: ognuna è legata in maniera speciale con l’istante in cui è stata scritta scritta e le emozioni che provavo in quel momento e che volevo trasmettere. Tra quelle dove sono riuscito a esprimermi meglio, sicuramente c’è “Sassi”. Ma anche “Cosa farò da grande”. Alla fine le canzoni sono un mezzo per trasmettere emozioni.
Che concerto sarà quello di Monza?
Ricco di emozioni, all’insegna della libertà e dell’improvvisazione. Ci saranno le mie canzoni, ma anche quelle degli amici genovesi che ho perso per strada ma che mi piace portare sempre nei miei concerti, e ancora omaggi alla musica napoletana e francese. Ci sarà un pezzetto di me e un pezzetto di Danilo, delle nostre storie musicali, che poi si incontreranno. Proprio come è successo nella realtà. Con Danilo ormai ci capiamo con uno sguardo e ci divertiamo molto a suonare insieme. Se ho voglia di cantare una canzone lo faccio, altrimenti ne facciamo un’altra. E così anche il modo di interpretare ogni brano cambia da sera a sera. Ogni volta che andiamo in scena cerchiamo di stabilire un contatto di emozioni con la platea, una sorta di ponte tra noi e il pubblico che crei quell’atmosfera unica che arricchisce tutti.
Il concerto è venerdì 13 aprile alle 21. I biglietti costano 35 euro per la platea, 30 euro per la balconata e 25 euro per la galleria. Info: www.teatromanzonimonza.it