Monza: una canzone dei Cartapesta per nonno Carlo, il mago delle bici

Nuovo capitolo per i Cartapesta, gruppo monzese che questa volta mette in musica (e video) la storia di un monzese che in tanti hanno conosciuto.
I Cartapesta e nonno Carlo
I Cartapesta e nonno Carlo

C’erano il grande Carlo e il piccolo Carlo: nonno e nipote, uniti dal nome e da un vissuto fatto di cortili e giri in spalla. C’erano, perché Carlo il grande se ne è andato una decina di anni fa. Oggi il nipote gli ha dedicato la canzone “Carlo come te” un singolo che è una ballata, una ninna nanna sussurrata, un omaggio a quel nonno che se ne è andato presto, ma che ha lasciato tanto. Carlo (il piccolo) di cognome fa Banchelli, ed è la voce e il paroliere dei Cartapesta, il progetto pop rock nato dalla collaborazione con Riccardo Diecidue, pianista e autore delle musiche del gruppo.

Carlo (il nonno) era un volto noto a Monza, titolare fino a una ventina di anni fa di un’officina in via Val Venosta, nel quartiere San Fruttuoso, dove realizzava telai per biciclette da corsa. «Mio nonno lo ricordo sempre accanto a me, mi è sembrato quasi naturale dedicare a lui una canzone, anche se ci è voluto tanto per vederla nascere», racconta Carlo Banchelli.

Una gestazione lunga, tre anni per raccogliere non solo le parole e radunare i ricordi, ma anche per recuperare le vecchie cassette Vhs con i frammenti di vita passata che sono serviti per il montaggio del video che accompagna la canzone, disponibile su YouTube.

«Siamo tornati a girare negli stessi luoghi che erano ritratti in quei vecchi video domestici, e abbiamo accostati le immagini di allora con quelle di oggi. Ho un legame profondo con via Val Venosta. Lì mio nonno aveva l’officina e lì abitava e anche io, fino a qualche tempo fa ho abitato in quella che è stata la sua casa».

Monza, i Cartapesta, nonno Carlo: ieri e oggi

Il brano è distribuito da ADA Music Italy della Warner Music. «Il pubblico a cui ci rivolgiamo è di coetanei e ci è sembrato interessante proporre loro una storia personale, un viaggio nei ricordi, accompagnato anche da vecchie immagini sgranate. Credo sia un prodotto che possa accattivare e incuriosire anche i più giovani – spiega -. Questa canzone è chiaramente un omaggio a mio nonno, ma in generale mi piace l’idea di tratteggiare in musica ritratti di persone. Cerco di raccontare esperienze che conosco, situazioni e persone che posso descrivere, di cui ho diretta conoscenza. Solo in questo modo si riesce ad essere realmente credibili».

I Cartapesta e nonno Carlo
I Cartapesta e nonno Carlo

Il duo è già al lavoro. «I prossimi brani parleranno di vite dei giovani, tra l’inizio di nuove esperienze e il rischio degli sbagli inevitabili». I Cartapesta, nati tre anni fa, dopo l’uscita dei primi due singoli “Rimani” e “Quello che si perde”, hanno totalizzato oltre duecentomila ascolti sulle piattaforme di streaming. Poi è stata la volta del terzo inedito “Tre giorni”, inserito nella playlist ufficiale di Spotify rock Italia. «C’è tanta bella musica in giro – conclude Banchelli – ma pochi sanno raccontarla senza fronzoli. Noi cerchiamo di farlo».n

L'autore

Nata nell’anno dei due presidenti e dei tre papi. Scrivo per il Cittadino dal 2009, prima solo per l’edizione cartacea poi per la tv e il sito per cui realizzo anche servizi video. Mi occupo di chiesa locale, cronaca, volontariato, terzo settore, carcere. Con l’associazione Carcere Aperto nel 2011 ho realizzato insieme al fotografo Antonio Pistillo la mostra “Guardami”, dove abbiamo raccontato le storie dei detenuti della casa circondariale di Monza.