Monza: standing ovation (con lacrime) per Ambra Angiolini – Oliva Denaro

Applausi e commozione al teatro Manzoni di Monza per l'interpretazione di Oliva Denaro tratta dal romanzo di Viola Ardone.
Ambra Angiolini
Ambra Angiolini Carlo Mogiani

Un’interpretazione intensa per una storia forte. E il pubblico del Manzoni di Monza non esita ad alzarsi in piedi per un’ovazione prolungata. Così sabato sera per Ambra Angiolini, interprete di Oliva Denaro. Adattamento teatrale di Giorgio Gallione tratto dall’omonimo libro scritto da Viola Ardone, candidato al Premio Strega nel 2022, e ispirato alla storia reale di Franca Viola, giovane siciliana che a metà degli anni Sessanta rifiutò il matrimonio riparatore. Per prima.

Ambra Angiolini è Oliva, in scena da sola, ma mai da sola. «Non è un monologo ma un dialogo – dice l’attrice al termine dialogando con il pubblico – perché in scena con me ci siete sempre voi». Ragazza di un piccolo paese di campagna che vuole studiare, sogna di lavorare, andando contro quelle regole imposte da una società retrograda che vorrebbe le donne, madri accudenti di mariti spesso anche violenti. Guai a sorridere o alzare lo sguardo dopo che arriva il “marchese” e le rende donne a tutte gli effetti. E Oliva non ne dà di confidenze, ma chi decide che sarebbe diventata sua moglie, la travolge in un ballo vorticoso durante la festa di paese per poi rapirla e violentarla al fine di richiederla come moglie per “riparare” la violenza.

Monza: standing ovation e le lacrime di Ambra Angiolini

Il pubblico del teatro Manzoni di Monza
Il pubblico del teatro Manzoni di Monza

Oliva non ci sta. Vuole denunciare. Per difendere la sua libertà e restituirla alla sorella, vittima dello stesso meccanismo. Ma è la legge che lo prevede. Un articolo del vecchio Codice Rocco, abrogato solo nel 1981. Intensa l’interpretazione della Angiolini, in un crescendo di tensione che diventa liberatorio con quel “no” pronunciato con fermezza di fronte al giudice che le propone il matrimonio con il suo violentatore. Perché “un no da solo può cambiare una vita e tanti no messi insieme possono cambiare il mondo”. E scoppia l’applauso, qualcuno osa alzarsi in piedi. Non rimane da solo e quando l’applauso si trasforma in una standing ovation, è la stessa Angiolini, con indosso ancora la veste azzurra di Oliva madida del sudore della tensione a scoppiare a piangere. Ringrazia commossa e scherza con il pubblico. 

«Siete fortunati perché ho il marchese e, si sa, rende particolarmente propensi al pianto». Ma si sa bene che non è per questo. Chi era fermo all’immagine della giovanissima Ambra di “Non è la Rai” torna a casa stupito, chi ha seguito il percorso dell’Angiolini non ha che una conferma dello spessore di attrice già confermato in diversi film. Ma il teatro è un’altra cosa. Le emozioni, qui si toccano con mano. Ed erano vere.