Una mostra per Andrea Sala. Era stato promesso lo scorso 24 giugno in occasione della consegna del Giovannino d’oro alla memoria. E la promessa è stata mantenuta.
Inaugurata sabato, nelle sale dei Musei Civici, la mostra che ripropone tutta l’espressione artistica di Andrea Sala, dagli oli ai pastelli passando dai disegni, dalle incisioni e poi naturalmente gli affreschi a cui Sala ha legato la sua peculiarità espressiva e non solo. Il desiderio di divulgare quell’antica arte dell’affresco ha portato Andrea Sala – scomparso nell’estate del 2015 – a fondare la Scuola d’affresco. Era il 1995.
Due anni fa una mostra importante della scuola ne ha ripercorso i venti anni di attività a pochi mesi di distanza dalla morte del suo fondatore. Ma l’attività va avanti. Perché così avrebbe voluto.
A proseguire nel solco tracciato da Sala due donne: la moglie Giovanna Confalonieri e Mariella Convertini che dopo aver affiancato Sala per tanti anni come vicepresidente ora ha assunto la guida della scuola.
«Mi sono accostata all’affresco grazie ad Andrea – ricorda Convertini – È stato lui a insegnarmi la tecnica e, soprattutto, a trasmettermi la passione».
E prosegue: «Andrea insegnava sempre, anche durante una conversazione, non risparmiava di offrire i suoi consigli. Era generoso. E, nella sua scuola, ripeteva sempre, c’è posto per tutti. L’arte si impara, per questo l’invito che non si stancava mai di ripetere era “disegna, disegna, disegna”».
Il disegno era fondamentale per Andrea Sala. Per lui era stato vitale. Nel disegno ha trovato la forza per rinascere dopo quel brutto incidente. «Andrea – ricorda la moglie Giovanna – non ha sempre fatto il pittore, ha lavorato per quasi trent’anni alla Cgs, era magazziniere, ma ha sempre amato il disegno, amava la gente e ne ritraeva i volti: disegnava i barboni di Milano di cui sapeva catturare l’anima allo stesso modo dei colleghi d’azienda durante le assemblee sindacali». E poi: «Dopo l’incidente e la conseguente paresi al braccio destro, ha imparato ad usare la sinistra e nel frattempo con il disegno rieducava anche la mobilità della mano destra per quanto possibile. Per questo disegnava con la destra ma dipingeva con la sinistra».
La nuova vita – Da quell’incidente la rinascita ad una nuova vita, nel segno dell’arte e la passione per l’affresco che lo ha portato alla fondazione della Scuola d’Affresco, espressione della convinzione di Andrea Sala del valore sociale e civile dell’arte. Forse è difficile trovare un filo conduttore in tutte le opere esposte da sabato ai Musei Civici.
«Andrea – sottolinea ancora la moglie Giovanna – era davvero un maestro d’arte in tutte le sue opere, se proprio si vuole trovare un filo conduttore allora questo potrebbe essere identificato con il “vero”, inteso come la realtà in tutta la sua interezza e complessità ed è per questo che trovava del bello anche nella cisterna verde del parco».
La mostra: come, dove e quando – Cinque grandi affreschi, trentacinque oli e poi ancora, disegni e incisioni. Vuole offrire uno sguardo completo sull’opera di Andrea Sala la mostra curata da Dario Porta e ospitata presso i Musei Civici di Monza Casa degli Umiliati in via Teodolinda fino al 26 marzo. Le opere esposte sono state realizzate a partire dalla fine degli anni Settanta fino alla sua scomparsa avvenuta nel luglio del 2015. Delle opere esposte saranno tre distinti cataloghi relativi agli affreschi, ai disegni e agli oli.
Non mancheranno due eventi collaterali nel pomeriggio di domenica 5 marzo con un laboratorio per i più piccoli tenuto da Mariella Convertini (GiocaMuseo “Affreschista per un giorno”, bambini 6-10 anni, ore 15.30) e un momento di ricordo libero, collettivo domenica 12 marzo alle 15 con una tavola rotonda (“Andrea Sala maestro d’arte”).
Orari. Chiuso lunedì e martedì. Mercoledì, venerdì, sabato e domenica 10-13 e 15-18, giovedì 15-18. Ingresso ai Musei civici: 6 euro (4 ridotto).