Un violino leggendario, lo Stradivari Nero, in cui musica e mistero divengono un unicum capace di trasmettere emozioni, in un’esperienza artistica esclusiva. Guido Rimonda, tra le personalità musicali più complete dell’odierno panorama violinistico italiano, porterà in concerto a Desio, il prossimo 4 dicembre, lo strumento datato 1721, noto come “Le noir”, che appartenne al virtuoso di violino e compositore Jean-Marie Leclair. Misantropo e ipocondriaco, l’artista venne ucciso con una pugnalata alla schiena a Parigi, nel 1764, da un sicario rimasto ignoto, che si introdusse nella sua casa-fortezza. Prima di morire, però, Leclair si trascinò sino ad afferrare con forza lo strumento: il violino rimase stretto nelle sue mani sino al ritrovamento del suo corpo, due mesi dopo la morte. Indelebili, rimasero così due macchie nere.
Segni tutt’ora visibili: da qui la denominazione del violino che si vuole, appunto, avvolto da mistero. Basti pensare che nessun tentativo di restauro è mai riuscito a cancellare tali macchie. Si aggiunga, inoltre, che Rimonda lo ha ottenuto in dono dai facoltosi proprietari, i quali hanno però voluto l’assoluto anonimato. Una vicenda, dunque, che aumenta ancor di più il fascino di questo violino.
«Si tratta di uno strumento molto bello – illustra Rimonda, – con un suono cristallino, molto caldo nei bassi. Insomma, un violino con qualcosa in più. La mia è senza dubbio una grande fortuna».
E ricordando la storia dello Stradivari, Rimonda aggiunge: «Ha senza dubbio qualcosa di esoterico». Un legame, quello di Leclair con il suo strumento, portato all’estremo dalla tragicità dell’evento delittuoso. Un gesto, quello di afferrare il violino come a non volersene separare neppure in punto di morte, certamente senza ritorno, ma che, nell’assoluto ben rappresenta la simbiosi unica che si crea tra il musicista e il suo strumento. Una simbiosi che Rimonda renderà, accompagnato da Cristina Canziani (pianoforte), nell’evento organizzato dagli Amici della Musica Herbert von Karajan in collaborazione con la Decca, domenica 4 dicembre alle 15.30, al Circolo culturale Pro Desio.
Tra i brani in esecuzione, da “Il Trillo del diavolo” di Niccolò Paganini (1782-1840), al “Concerto lugubre” di Luigi Giannella (1778-1817) e della “Sonata del diavolo” di Giuseppe Tartini (1692-1770), ci sarà anche la “Meditazione in preghiera” di Giovanni Battista Viotti (1755-1824). Rimonda, durante il percorso di studi al Conservatorio Verdi di Torino, rimane infatti affascinato dalle composizioni e dalla vita di Viotti. Nel solco di questa passione, nel 1992 il musicista piemontese istituisce l’orchestra Camerata Ducale e nel 1998 è tra i promotori del Viotti Festival, giunto oggi alla 16esima edizione, vantando la partecipazione di personalità quali Accardo, Ughi e Galliano. Oggi ne è il direttore musicale.
È invece nel 2012 che l’artista firma un contratto in esclusiva con Decca per il Progetto Viotti: la realizzazione di quindici cd contenenti l’integrale delle composizioni per violino e orchestra, con numerosi inediti e prime registrazioni mondiali. «Di fatto ho dedicato la mia vita, fin da ragazzino, a un artista che giaceva nell’oblio» conclude Rimonda. che è anche docente di violino al Conservatorio Verdi di Torino.
Per partecipare all’evento del 4 dicembre è possibile prenotarsi scrivendo una mail a marco.mologni(at)gmail.com o chiamando al numero 339 1352286.