Non è necessario spingersi dall’altro lato dell’oceano, nel Maine e nel New England, per lasciarsi incantare dai colori delle foglie d’autunno: pennellate d’ocra e di ruggine riempiranno presto di meraviglia anche gli occhi di passeggerà nel secolare parco di Monza.
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Si chiama foliage il fenomeno per cui, in ottobre e in novembre, il verde delle foglie lascia spazio al giallo e all’arancione, trasformando viali alberati e boschi in un paesaggio suggestivo e incantato. La reggia di Monza ha preparato una mappa interattiva per accompagnare i visitatori alla scoperta degli scenari migliori, suddivisi in base alle tonalità che assumeranno i diversi alberi.
«Gli architetti, i botanici e i giardinieri che in passato hanno lavorato sulla varietà botanica ancora oggi presente nei giardini della villa reale e del parco – ha spiegato l’architetto del consorzio Corrado Beretta – non hanno lasciato nulla al caso e, anzi, hanno progettato gli ambienti come fossero gli spazi scenici di un teatro: hanno anche calcolato le inclinazioni di luci e ombre al fine di creare le migliori suggestioni».
Stupore, rilassamento e, soprattutto, bellezza: «Non bisogna dimenticare che il parco e i giardini per i nobili dell’epoca erano uno svago e un passatempo», ha precisato Beretta.
Ecco allora che, mappa del foliage tra le mani, partendo proprio dal prato che si estende alle spalle della villa, il primo gigante verde che si incontra è il gingko biloba: «Un autentico fossile vivente, un’eredità della preistoria che in Cina, suo paese d’origine, dà vita ai boschi sacri che circondano i templi», ha spiegato Beretta. In autunno le sue foglie, a forma di ventaglio, virano verso un giallo dorato in grado di creare una vera e propria pioggia di luce. Poco distante si possono incontrare le querce gemelle: sulla mappa sono contrassegnate da foglie arancioni.
«Sono le regine degli alberi – ha proseguito l’architetto del consorzio – la farnia e la quercia rossa dei giardini sono state messe a dimora all’inizio dell’Ottocento per volere di Eugenio de Beauhrnais, viceré d’Italia».
La “signora” del parco, però, non si trova nei giardini. La quercia più antica, ancora una farnia, ha superato i due secoli e mezzo e cresce e vive dalla metà del Settecento in mezzo alla radura che si estende alle spalle della montagnetta, vicino all’ingresso di Vedano. L’intenzione del consorzio è quella di creare presto un belvedere, per renderla più visibile.
Nei pressi dell’autodromo è possibile percorrere lo storico viale delle Noci: «Secondo la tradizione popolare, attorno ai grandi tronchi degli alberi di noce le streghe si radunavano per danzare alla luce della luna», ha commentato Beretta prima di suggerire un altro scenario altrettanto ricco di suggestione, che si trova esattamente all’altra estremità del parco.
Poco distante dall’ingresso di via Lecco, verso Villasanta, due filari di tigli hanno dato vita alla “cattedrale degli elfi”, le cui volte presto diventeranno presto di un giallo acceso. Dal giallo al rosso del viale dei liquidambar la distanza è breve: prende il via dal tratto finale di viale Cavriga, subito dopo il rondò dei tulipiferi, e si dirige verso nord fino a raggiungere la sponda del Lambro.
La reggia di Monza ha lanciato il doppio hashtag #foliage e #reggiadimonza per invitare i visitatori a scattare foto e a condividerle online: le più belle saranno pubblicate sui canali social dell’ente. «Il parco possiede una forte identità: passeggiare in autunno tra i suoi viali – ha concluso Beretta – regala la sensazione di essere trasportati in un universo parallelo: è la nostra “terra di mezzo”, tutta da scoprire».
LA MAPPA IN 10 TAPPE
1. Il ginkgo biloba (o albero di capelvenere) è antichissimo: le sue origini risalgono a 250 milioni di anni fa. È una specie un tempo molto più diffusa, può raggiungere i 40 metri d’altezza. Le sue foglie hanno la forma di un ventaglio.
2. La quercia è la specie più rappresentativa della pianura lombarda: la più diffusa nel parco è la farnia. Maestosa ed elegante, è rinomata per la longevità: nel nord Italia si trovano diversi esemplari pluricentenari. Il fusto raggiunge in alcuni casi anche i 40 metri.
3. Il tassodio (chiamato anche cipresso calvo o cipresso delle paludi) è una conifera d’acqua. Nei pressi del laghetto dei giardini reali si possono notare le sue radici che affiorano dal suolo: si chiamano pneumatofori e garantiscono il corretto apporto di ossigeno anche alle parti sommerse.
4. L’ippocastano, molto usato come ornamento lungo i viali, raggiunge anche i 30 metri d’altezza. In autunno è tra i primi alberi a perdere le foglie, che presto diventano giallo-ambrate. I frutti bruni e lucidi sono detti “castagne matte”.
5. Il tiglio, originario dell’Europa e del Caucaso, con i suoi fiori profuma i mesi di giugno e luglio e con le sue foglie cuoriformi colora di un giallo intenso l’autunno. Tollera bene potature e inquinamento: per questo è usato nei parchi e nei filari stradali.
6. Il liriodendro dà vita a fiori a coppa simili a quelli del tulipano, di qui il nome, anche, di albero dei tulipani. Il filare di liriodendri presente al parco offre uno splendido scenario in autunno, quando le foglie diventano di un acceso colore giallo-arancione.
7. Il liquidambar è originario dell’America. Il suo nome significa “ambra liquida”, per via della resina che esce incidendo il tronco. In autunno le sue foglie, simili a quelle dell’acero, si riempiono di sfumature che virano dal giallo all’arancio, fino al rosso e al cremisi più intenso.
8. Il gelso, longevo, può diventare secolare. Ad accrescimento rapido, raggiunge in fretta i 20 metri d’altezza e una notevole larghezza. In estate produce frutti simili alle more mentre in autunno le sue foglie, lucide e polimorfe, diventano di un giallo intenso.
9. Il carpino, della famiglia delle betullacee, è molto diffuso nell’Europa occidentale. In autunno il colore delle foglie vira da verde a bronzo. Il viale dei Carpini del parco era stato progettato per collegare prospetticamente villa Mirabello a villa Mirabellino.
10. Il noce raggiunge i 30 metri d’altezza: fruttifica spontaneamente superati i vent’anni. Le foglie, lunghe circa 30 centimetri, sono composte da un numero dispari di foglioline ellittiche a margine liscio, che in autunno diventano di un giallo caldo e intenso.
LA MAPPA INTERATTIVA (della REGGIA DI MONZA)