C’è una tradizione brianzola, un’importante festa del mondo contadino, che cade proprio in questi primi giorni di gennaio, ma che ormai è stata dimenticata: la “Fèsta del purcel”. Lo ha ricordato il besanese Roberto Sala, in un post pubblicato sul suo profilo di Facebook, in cui ha allegato un suo racconto, scritto rigorosamente in dialetto brianzolo, in cui rispolvera quella tradizione di una vita contadina, raccontando ciò che da bambino gli è rimasto impresso nella mente.
“Fèsta del purcel”: la descrizione della macellazione
«Era un giorno di gennaio, allora (negli anni sessanta) freddissimo. La mattina di buon’ora, nel cortile in cui abitavo, arrivava il macellaio con la sua borsa, tutti i suoi attrezzi e la macchinetta per macinare la carne. La prima cosa che chiedeva era se avevamo messo a bollire l’acqua sul camino, poi utile per la pelatura del maiale. Intanto in cortile si assisteva all’uccisione del maiale. Poi si macinava la carne. Con le budella si insaccavano i salami. Poi si facevano asciugare davanti al camino e si portavano in casa dove venivano appesi su travi. Con quella carne si riusciva a mangiare per tanto tempo», ha raccontato.
“Fèsta del purcel”: una tradizione ormai quasi dimenticata
Un rito a cui collaboravano tutti i residenti del cortile e che durava fino a sera. «È una tradizione di altri tempi. Ogni tanto mi piace scrivere racconti in dialetto, una lingua che, purtroppo, viene spesso dimenticata. Non è una poesia ma un piccolo racconto, che ho scritto un paio di anni fa, su ciò che mi è rimasto impresso nella mente di quando ero un bimbetto», ha concluso il besanese. La Fèsta del purcel è solo una delle tante ricorrenze popolari che si celebrano a gennaio, come la Giubiana in programma l’ultimo giovedì del mese o il ringraziamento con la sfilata dei mezzi agricoli per ringraziare per quanto raccolto con un augurio per la nuova stagione di semina.