Falzone, Rava e Petrecca al Manzoni di Monza: «Il jazz apre finestre di libertà»

Giovedì 9 maggio uno dei momenti cardine dell'edizione 2024 di Monza Visionaria. «Il jazz ti fa aprire finestre di libertà».
Petrecca, Falzone e Rava al Manzoni di Monza
Petrecca, Falzone e Rava al Manzoni di Monza Anderlini/Cifarelli

«Perché il jazz? Perché è creativo, prima di tutto, cambia di volta in volta» in base a luogo, sensazioni, stato d’animo, compagni di viaggio musicale. «E poi perché è lo specchio della persona, chiede autenticità e anche coraggio, quello che occorre per prendersi dei rischi». Lo farà anche nella serata di giovedì 9 maggio, il trombettista Giovanni Falzone, quando salirà sul palco del teatro Manzoni di Monza (alle 21) insieme al maestro Enrico Rava, uno dei jazzisti più celebri – se non il più celebre – del panorama italiano e con Paolo Petrecca, giovanissimo musicista.

In comune hanno lo strumento: la tromba, con la variante del flicorno. Così è nata l’idea di un nuovo progetto per Giovanni Falzone: “Three generations featuring Enrico Rava”, tre generazioni in dialogo su partiture di Falzone e Rava stessi e sugli standard. Lì in mezzo anche una partitura speciale: “Il poeta del silenzio” che il musicista 50enne ha dedicato a Rava quando ha compiuto 80 anni (Petrecca invece è under 30). «Enrico è davvero un poeta, sarà emozionante ascoltare il tema di quel pezzo suonato da lui» aggiunge Falzone, il quale a poche ore dal concerto inserito nel programma di Monza Visionaria parla di una «bellissima sensazione».

Falzone, Rava e Petrecca al Manzoni di Monza: le tre generazioni

L’esibizione a tre fiati (con loro anche Diego Albini al piano, Enrico Palmieri al contrabbasso e Antonio Marmora alla batteria) era stata sottolineata da Saul Beretta, direttore artistico della rassegna, come un momento speciale e paradigmatico dell’intero festival: «Non un momento in cui i maestri danno lezione, ma quello in cui imparano da chi è più giovane, assorbono la loro energia, come i jazzisti sanno fare».

«Pienamente d’accordo – dice Falzone – il rapporto generazionale è uno scambio creativo e Rava lo ha sempre fatto, creando progetti con i più giovani. E lo faccio anch’io: non è insegnare, ma ricevere le energie bellissime che i ragazzi hanno, perché vivono il presente. Loro, in cambio, ricevono quella saggezza e quell’esperienza che chi ha più anni ha raccolto senza bisogno di parlarne troppo. La magia è che la differenza anagrafica sparisce». La scelta è caduta su Petrecca (ma tutto il resto della formazione del Manzoni è under 30), ex allievo di Falzone, «onorato e contento di partecipare al concerto: l’ho visto crescere, ha caratteristiche che apprezzo, l’attenzione alla tradizione, lo studio, allo stesso tempo la capacità di vivere il presente e pensare al futuro. È il musicista adatto alla serata» di cui una registrazione ci sarà, ma potrebbe rimanere anche solo sugli scaffali dei diretti interessati.

Falzone, Rava e Petrecca al Manzoni di Monza: perché esserci

«Il jazz ti permette ogni volta di cambiare a partire da un tema, ti fa aprire finestre di libertà, senza paure: è quello che mi ha convinto a dedicarmi interamente a questa musica, anche se avevo la mia sedia in un’orchestra sinfonica. Uno dei motivi per cui vale la pena esserci, a Monza: per chi non conosce il jazz, l’opportunità di assistere a un evento più unico che raro, un piccolo pezzo di storia; per chi è più attento alla musica, l’occasione di condividere un concerto che fa convivere tanti aspetti, quello generazionale, la tradizione, la nostra musica, filtrata dalla personalità di ciascuno».