Quattro passi sui passi della famiglia Savoia in una città che ha profondamente intrecciato la sua storia con quella dei sovrani e che ha pagato un prezzo altissimo per la loro presenza: 120 anni a Monza re Umberto I veniva ucciso da Gaetano Bresci. Ma è anche grazie ai Savoia che la Villa reale è stata una reggia all’avanguardia in Europa e allora la Reggia di Monza ha pubblicato un itinerario che parte dalla stazione ferroviaria e arriva ovviamente al capolavoro di Piermarini per proporre un itinerario storico in città. Il tutto in quattro chilometri, tranquillamente percorribili a piedi. Ecco la guida pubblicata dal Consorzio Villa reale:
LA SALETTA REALE – Il 17 agosto 1840 fu inaugurata la linea ferroviaria, seconda in Italia dopo la Napoli – Portici, che collegava Milano con Monza, sede della residenza estiva della corte asburgica. A corredo di questo breve ma importante tratto di ferrovia venne realizzata una stazione di gusto neoclassico, poi demolita in occasione della costruzione della nuova, più ampia stazione tuttora esistente (1882 – 1884). Umberto I di Savoia, grande utilizzatore del treno per i suoi viaggi, fece realizzare la Saletta Reale, una sala di accoglienza per i regali viaggiatori e i loro ospiti. Interessante esempio del gusto eclettico allora imperante, la Saletta è decorata sulle pareti da eleganti motivi floreali e sul soffitto dal Genio dei Savoia, dipinto da Mosè Bianchi (1883 – 1884). Lo spazio ospita oggi attività culturali.
Umberto I e ritornando così al suo ruolo originario di residenza di villeggiatura incantato dalla tranquillità e dal verde in cui l’abitazione era immersa, il sovrano si affidò alla direzione dell’architetto Majnoni per ornarla, restaurarla e migliorarla secondo il gusto dell’epoca. Fu dunque in quegli anni che la Villa subì una radicale trasformazione di molte delle sue parti, assumendo un aspetto ancora più magnifico e ricercato.
MONUMENTO A VITTORIO EMANUELE II – Il monumento, chiamato dai monzesi “El Re de sass”, si trova a Monza, al centro di piazza Citterio.
Dedicato al primo re d’Italia, fu voluto dai monzesi alla morte del sovrano avvenuta nel 1878. L’allora sindaco Uboldi de’ Capei e il nuovo re, Umberto I, decisero di posizionarla in quella che all’epoca si chiamava piazza Amalia (in onore della moglie di Beauharnais) e che poi cambiò nome in piazza Vittorio Emanuele. Per la sua realizzazione fu indetta una pubblica sottoscrizione e l’incarico della statua fu affidato allo scultore Luigi Crippa. L’inaugurazione ebbe luogo il 16 settembre 1878 alla presenza di re Umberto I e della famiglia reale. Il sovrano è rappresentato in divisa, con la mano sinistra sul fianco mentre con la destra indica lo Statuto. Le dimensioni sono ragguardevoli: alta 3,25 metri, la statua è in marmo di Carrara, mentre la base è in granito di Baveno; la spada è in bronzo.
I monzesi usano familiarmente chiamare la statua come el Re de sass (il Re di sasso).
LA CAPPELLA ESPIATORIA – La Cappella sorge nel punto in cui il 29 luglio 1900 l’anarchico Gaetano Bresci uccise il re Umberto I di Savoia al termine di una manifestazione sportiva. L’erede e successore Vittorio Emanuele III incaricò l’architetto Giuseppe Sacconi, autore dell’Altare della Patria a Roma, di progettare un edificio commemorativo ricco di elementi simbolici, inaugurato nel 1910. Sopra la colonna sono infatti presenti una Pietà bronzea, grandi croci in alabastro e i simboli del regno, tra cui lo scettro e la corona. Nel basamento della colonna è ricavata una cappella decorata a mosaici, mentre al di sotto si sviluppa una cripta in cui un cippo in marmo nero segna il punto dell’attentato. Il progetto fu probabilmente approvato dalla Regina Margherita. Non manca infatti, nell’apparato decorativo, il motivo della margherita, suo segno distintivo. Lo stesso motivo viene riproposto nella grande cancellata di Alessandro Mazzucotelli, “fabbro ornamentista” di fama internazionale, che delimita l’area.
LA STAZIONE DEL RE – La Stazione Reale di Monza era una piccola stazione ferroviaria al servizio esclusivo della villa reale e della famiglia reale italiana dei Savoia. Si trova sul viale Cesare Battisti n. 61.
La sala presenta decorazioni a stucco, boiseries e dipinti di gusto tardo-eclettico; sulla volta è collocato un medaglione a tempera, opera di Mosè Bianchi, che rappresenta Il Genio dei Savoia (1883-1884); una copia di questo dipinto è esposta all’interno dell’analoga Sala Reale della Stazione centrale di Monza, mentre il disegno preparatorio è conservato nelle collezioni dei Musei Civici di Monza.
GLI APPARTAMENTI REALI – Gli Appartamenti privati dei sovrani sono, nella loro veste attuale, il risultato dei lavori operati alla fine dell’800 dall’architetto di corte Achille Majnoni d’Intignano, che adeguò al gusto dell’epoca tutti gli ambienti collocati a destra del Salone centrale, ora rispettando scrupolosamente gli interventi originali del Piermarini, ora modificando anche radicalmente certe sale e decorazioni non in linea con il gusto dell’epoca, cercando di riproporre nel rinnovamento decorativo degli interni, i fasti del secolo d’oro delle monarchie europee e delle prestigiose dimore reali del XVIII secolo. Verso la fine dell’Ottocento cominciarono i lavori di ammodernamento e il trasferimento di arredi e suppellettili di ogni genere da altre dimore reali, per fare della Villa Reale di Monza la residenza prediletta del sovrano d’Italia. Re Umberto, molto legato a Monza, ogni anno vi profondeva ingenti somme in restauri, migliorie e interventi artistici. Nel corpo centrale del piano nobile, a destra dell’atrio e del Salone centrale, dopo la prima sala comunicante con il Salone stesso, detta Sala della Pendola, erano situati gli ambienti che facevano parte dell’appartamento della regina Margherita, a partire dalla Sala, il cui arredo comprendeva tra l’altro il prezioso tappeto persiano passato al Museo Poldi Pezzoli di Milano. Seguiva la Camera da letto, confinante con una serie di piccoli ambienti di servizio (ritirata, bagno, boudoir, guardaroba, piccola anticamera), dai quali si scendeva, per una scala interna, al piano terreno, dove altri locali erano utilizzati a guardaroba. I corrispondenti ambienti prospicienti il cortile erano adibiti, a partire dall’atrio, a Sala del Biliardo, a Sala dei Quadri e a Biblioteca, ricavata da due locali. Questi ambienti erano in comune ai due appartamenti reali, essendo quello di Umberto I confinante con quello della Regina, anche se situato nel nell’ala sud. Gli ambienti dì questa parte del corpo centrale sono stati oggetto di un restauro conservativo, realizzato a partire dagli anni Ottanta del Novecento e fino al 2013 dal Ministero per le Attività e i Beni Culturali – Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Milano. Gli Appartamenti Reali, recentemente restaurati con i contributi finanziari del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza e della Fondazione Cariplo, sono oggi arricchiti dalla collezione del mobilio originale.