Nanowar of Steel sold out: a Parco Tittoni trionfa l’ironia

Venerdì 22 luglio a Desio sold out per il concerto dei Nanowar of Steel a Parco Tittoni.

Un sold out da antologia. Un’atmosfera inimitabile (nella foto di Yamilè Barcelò) e un’alchimia tra il pubblico e la band che si crea solo in poche serate magiche. Come quella di venerdì sera a Parco Tittoni a Desio. Sarà la quinta di una antica villa del Piermarini, o magari il mistero di un parco storico che si illumina con le luci della sera. La «folle band» dei Nanowar of Steel ha incantato il pubblico anche con la consueta ironia di Edoardo Carlesi, in arte Gatto Panceri 666, il fondatore della formazione nata nel 2003, ha risposto ad alcune domande poco prima del concerto, sfoderando la consueta ironia surreale che lo ha reso celebre:

Come potreste definire i Nanowar of Steel

«Semplice: siamo la versione metal di Elio e le Storie tese»

Quale è la finalità ultima della vostra arte?

«Altrettanto semplice: da 19 anni spariamo cavolate e ci divertiamo. Il nostro unico obiettivo e scopo nella vita è continuare a farlo il più a lungo possibile, perché questo ci diverte e – a quanto pare – diverte molto anche il pubblico. Sparare cavolate, continuamente, per noi ormai è l’unico standard di serietà».

Quali pezzi del vostro repertorio sceglierete questa sera?

«Ovviamente Solo pezzi brutti, perché il nostro obiettivo è ingannare il pubblico e scappare con il malloppo, lasciando i fan il più possibile delusi».

Heavy Metal su testi demenziali: non ci aveva mai pensato nessuno. In Italia almeno…

«Non è proprio così dai… Diciamo che noi, viaggiando sulle aliquote delle libertà, ci divertiamo a scompigliare le menti dei benpensanti. Heavy Metal su testi lucidamente demenziali».

Una provocazione dopo l’altra: non rischia di diventare una forma di manierismo che alla fine annoia?

«A giudicare da quanti sono venuti ad ascoltarci anche a Desio, non ci pare di intuire alcun segnale di noia nel pubblico».

Dove trovate ispirazione? E quando componete la vostra musica?

«Nei cetrioli. Da questo ortaggio così galvanizzante traiamo inesauribile forza per continuare a provocare. Di solito il momento migliore per comporre è quando ci svegliamo – con un orario variabile tra le 3 e le 7 del mattino – e dopo aver pregato intensamente scriviamo le nostre canzoni»

Il nonsense alla fine diventa un modo per comunicare messaggi serissimi

«Lo dici tu. Noi invece pensiamo in modo serissimo esattamente ciò che diciamo. E diamo così anche quando lavoriamo. Ormai abbiamo raggiunto una maturità manageriale: per questo amiamo definirci dei professionisti della professionalità. E con il nostro Tour Manager garantiamo un’esperienza di intrattenimento business class. L’ode al cetriolo è lì da sentire. Fuor di metafora, capire i nostri testi non mi pare così difficile. Chi vuole divertirsi si fa quattro risate. Chi vuole andare oltre, allora trova un messaggio e un impegno».