Lirica: a 17 anni debutta con il coro degli Amici del Loggione della Scala

Giacomo Chiesa di Nova Milanese ha debuttato a soli 17 anni come basso nel coro degli Amici del Loggione del teatro alla Scala di Milano.
Giacomo Chiesa
Giacomo Chiesa, primo a sinistra

Un debutto in grande stile. È quello avvenuto per Giacomo Chiesa, 17 anni, 18 da compiere il prossimo mese, scelto tra i coristi degli Amici del Loggione del Teatro alla Scala di Milano. Giacomo non solo era il più giovane del coro, ma nella storia dell’Associazione non è mai capitato che ci fosse un componente minorenne.

Lo Stabat Mater degli Amici del Loggione

Giacomo Chiesa, di Nova Milaese, è uno dei bassi e ha partecipato all’esecuzione dello Stabat Mater di Gioacchino Rossini diretto dal maestro Filippo Dadone. E tutto è iniziato per caso, come ha raccontato lo stesso Giacomo. «È vero tutto è iniziato ormai quattro anni fa – ha raccontato il ragazzo – quando durante il viaggio a Mauthausen organizzato dalla scuola Segantini che allora frequentavo, ci accompagnava la professoressa Annunziata Menna. Durante uno dei momenti del viaggio ci ha voluto far cantare “Beautiful that way”, durante l’esecuzione mi ha sentito e mi ha detto che avevo una bella voce». Giacomo non aveva pensato alla sua voce come ad un talento. Ha iniziato così a prendere lezioni dalla stessa professoressa che lo aveva notato. Ha seguito lezioni di musica leggera per educare al meglio la voce, mai avrebbe pensato di passare anche al mondo della lirica. Negli anni successivi, complice la crescita, la sua voce è cambiata molto acquisendo interessanti tonalità da basso.

Gli Amici del Loggione e l’incontro con la lirica

«Fino a quel momento avevo preso lezioni di canto di musica leggera – ha raccontato ancora Giacomo – da quel momento ho iniziato anche con la lirica». Lezione dopo lezione, ancora una volta la docente ha pensato che il suo giovane allievo potesse essere anche inserito nel coro dell’Associazione degli Amici del Loggione di cui lei stessa faceva parte. E così Giacomo ha affrontato una vera audizione. Ed è piaciuto. Prove dopo prove fino al debutto, domenica scorsa, appunto: prima esibizione assoluta in pubblico di tutta la sua vita con un’opera impegnativa come lo “Stabat Mater”.

L’emozione non è mancata. «Certo un po’ ero emozionato – ha commentato – ma non agitato. Avevamo provato talmente tanto che ero tranquillo. In ogni caso in un coro qualche eventuale sbavatura non sarebbe stata notata». Più emozionata sicuramente la mamma, Cristina Rizzi alla quale, forse, è sembrato di fare un tuffo nel suo passato. A raccontarlo, in una insolita inversione di “ruoli” è lo stesso Giacomo «Lei non lo dice mai, ma suona benissimo il pianoforte ed era stata presa anche al Conservatorio ma non volle andare proprio per timore di esibirsi in pubblico».

Giacomo Chiesa dalla lirica alla tavola

Più ancora che dalla mamma, a quanto pare, il talento di Giacomo deriva dal nonno materno, Gianfranco, musicista eclettico. La strada scelta da Giacomo per ora non è quella della musica, frequenta il quarto anno dell’istituto Alberghiero Olivetti. Ma il futuro chissà potrebbe anche riservare cambiamenti di rotta e “variazioni a tema musicale”. «Mi piacerebbe proseguire gli studi all’Università nell’ambito delle scienze alimentari – ha raccontato Giacomo – oppure, chissà, il Conservatorio». Intanto si gode questo piccolo, grande successo. Tanto più gradito quanto inaspettato perché tutto è iniziato davvero per caso.