Letteratura: la monzese Alessandra Carati finalista al Premio Strega 2022

“E poi saremo salvi” è il titolo del romanzo pubblicato da Mondadori con cui la monzese Alessandra Carati è stata selezionata tra i dodici finalisti del Premio Strega 2022.
Alessandra Carati
Alessandra Carati Fabrizio Radaelli

C’è anche la scrittrice monzese Alessandra Carati tra i finalisti del Premio Strega 2022, il più importante riconoscimento italiano per la letteratura. Giovedì 31 marzo sono stati scelti i 12 libri che accedono all’ultima fase del premio dopo avere scremato le 74 proposte presentate dagli Amici della domenica, lo storico gruppo della giuria.

A decidere la dozzina, il Comitato direttivo formato da Pietro Abate, Giuseppe D’Avino, Valeria Della Valle, Ernesto Ferrero, Alberto Foschini, Paolo Giordano, Dacia Maraini, Melania G. Mazzucco, Gabriele Pedullà, Stefano Petrocchi, Marino Sinibaldi, Antonio Scurati e Giovanni Solimine.

Con Alessandra Carati ci sono Alessandro Bertrante (Mordi e fuggi, Baldini+Castoldi), Claudio Piersanti (Quel maledetto Vronskj, Rizzoli), Daniela Ranieri (Stradario aggiornato di tutti i miei baci, Ponte alle grazie), Davide Orecchio (Storia Aperta, Bompiani), Fabio Bacà (Nova, Adelphi), Jana Karšaiová (Divorzio di velluto, Feltrinelli), Marco Amerighi (Randagi, Bollati Boringhieri), Marino Magliani ( Il cannocchiale del tenente Dumont, L’Orma), Mario Desiati (Spatriati, Einaudi), Veronica Galletta (Nina sull’argine, Minimumfax), Veronica Raimo (Niente di vero, Einaudi).

Monzese, editor e anche ghostwriter, la 47enne ha pubblicato nel 2021 con Mondadori “E poi saremo salvi” (276 pagine, 18 euro), romanzo che ruota attorno ad Aida, bambina che lascia il paese in cui è cresciuta con la madre e raggiunge il confine italiano per incontrare il padre. Da lì a Milano, dove Aida deve misurarsi con un mondo totalmente differente da quello che ha sempre conosciuto. Ma la sua vita sembra “altrove – un altrove che la guerra ha ormai cancellato. Sotto la piena della nostalgia, la sua famiglia si consuma, chi sgretolato dalla rabbia, chi schiacciato dal peso di segreti insopportabili, chi ostaggio di un male inafferrabile. Aida capisce presto che per sopravvivere deve disegnarsi un nuovo orizzonte, anche a costo di un taglio delle radici”.

Il romanzo è stato proposto al premio da Andrea Vitali, per il quale “non è solo la storia di Aida, profuga bosniaca che giunge in Italia appena in tempo per sfuggire agli orrori dei massacri. È anche quella di un padre a volte padrone e a volte bambino, di una madre che comprime il profondo e a tratti disperato amore per i figli al punto di dare talvolta l’impressione di essere assente. E infine è anche la storia di due schizofrenie entrambe vere: quella che ha lacerato i Balcani e l’altra, quella che affligge Ibro, il fratello di Aida, un crudo quadro di realtà che in alcuni passaggi diventa un commosso inno alle fragilità dell’essere umano”.

I prossimi passi: l’8 giugno a Benevento, al teatro romano, verrà proclamata la cinquina finalista alla presenza dei dodici candidati e del pubblico, il vincitore assoluto sarà annunciato il 7 luglio al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma.