“Le serve” secondo #Stranoteatro

“Le serve” andato in scena al Manzoni di Monza visto da #Stranoteatro, le recensioni teatrali del CittadinoMb.
Le Serve
Le Serve

“Le serve” è il miglior teatro possibile. Illimitato, sanguigno, esplosivo sia durante che dopo la visione. È il teatro che dura e abita nella testa, disponibile e sempre vivo, generoso di interpretazioni possibili e parco di significati semplici. Un banchetto per le terminazioni nervose, da cui un occhio attento trae esercizio di bellezza e diversi livelli di lettura. Il migliore? Quello che permette, superate la patina umoristica e il dramma da camera, l’accesso agli strati più viscerali della scena, al massacro causato da una rappresentazione che ammanetta la platea a uno scioccante catalogo di verità.


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Le serve denuncia il radicale radicarsi dell’apparenza e della finzione nel quotidiano; la follia della gerarchia e delle rigide infrastrutture sociali con cui viviamo; l’assurdo e la dialettica sempre viva dello schiavo e del padrone. È il testo di esordio di Genet e si sente: è rabbioso, non offre vie d’uscita, non da tregua, si diverte a inserire sempre più proiettili in una roulette russa che non conosce né fatica né intoppo di fronte alla tempia sudata dello spettatore. Lo spettacolo di Anfuso d’altra parte non si distrae mai dall’opera scritta, non offre didascalie, inquadra con secchezza i concetti estremisti del drammaturgo francese mettendoli all’angolo per esaminarli bene e squarciando lo spazio scenico con intuizioni scenografiche: effettive discese (di fiori, mai in scena se non per cadere) e repentine contro-ascendenze di significato (il suicidio finale mascherato da omicidio, mentre una cascata floreale crolla dall’alto). Riproduce con chiarezza la complessità oceanica di una performance che ricrea, nella forma di una danza avvelenata, il reale per rivelarne l’arbitrarietà, la cerimonialità assurda delle convenzioni e lo sforzo tipicamente borghese di inventare delle regole per non perdersi nel riconoscimento della loro completa assenza. Allo stesso tempo invita a partecipare alla ribellione dal basso delle serve contro l’organizzazione in pelliccia della società e della padrona.

È una corsa a ostacoli che porta al disvelamento delle meccaniche della “condizione di esistenza” di una società letta come lo spazio dove il reale viene continuamente demolito attraverso la sua rappresentazione. La realtà è falsa e la falsità è reale: renderci tutti testimoni e tutti colpevoli di queste verità, obbligati al bancone degli imputati da uno spettacolo col doppiofondo a forma di baratro, è il modo in cui Genet ci urla che la nostra vita è solo teatro. Ed è un urlo che rende matti.

Le serve

Regia di Giovanni Anfuso
Produzione Teatro e Società