Il Rotary parla dell’azione internazionale in una serata interclub a Carimate

L'iniziativa, ospitata dal Golf club di Carimate, è stata voluta dal Rotary club Meda e delle Brughiere. Hanno partecipato anche i Rotary del gruppo Brianza2
Marina Andreotti con i colleghi del gruppo Brianza 2

Il Rotary e l’azione internazionale” è stato l’argomento discusso al Rotary club Meda e delle Brughiere, di cui è presidente Marina Andreotti, nella sede del Golf club di Carimate, in un serata interclub, presenti i Rotary del gruppo Brianza2, tra cui la presidente del Sedeca, Silvia Coletti, del Colli Briantei, Francesco Pulerà, con la partecipazione di Carlo Fraquelli, incoming governatore del distretto 2042; Alberto Barzanò, presidente della commissione distrettuale Azione internazionale; Giuseppe Navarini, past governatore del distretto 2042; Elena Grassi, componente della commissione distrettuale. Un tema molto importante ed interessante di informazione rotariana, che fa dell’internazionalità uno dei pilastri della sua attività. Dopo l’introduzione di Marina Andreotti, sullo scopo e sull’importanza delle tematiche della serata, Elena Grassi ha ricordato che l’azione internazionale è la quarta via d’azione rotariana, che, come si legge nell’articolo 6 dello statuto del Rotary, comprende «…le attività svolte dai soci per promuovere l’intesa, la tolleranza e la pace tra i popoli, favorendo l’incontro con persone di altri Paesi, con la loro cultura, le loro tradizioni, i loro problemi e le loro speranze, attraverso letture e scambi di corrispondenza, come pure tramite la cooperazione alle iniziative e ai progetti promossi dai Club a favore di abitanti di altri Paesi».

Rotary: gli interventi della serata

Carlo Fraquelli ha ricordato le funzioni di altri organismi che si ricollegano all’azione internazionale, come i comitati interpaese, e l’impegno che il Rotary ha profuso fino ad oggi in favore della pace, ricordando che il Rotary è stato una delle 42 organizzazioni che hanno contribuito alla costituzione delle Nazioni Unite. Alberto Barzanò ha posto l’accento sulle molteplici opportunità che il Rotary offre a livello internazionale ai vari club, e anche a gruppi di non rotariani, di interagire fra loro attraverso una serie di occasioni di incontro e di progetti comuni. I numerosissimi e fondamentali interventi del Rotary durante la recente pandemia sono stati l’esempio lampante della capacità del Rotary di affrontare anche le prove più impegnative proprio grazie ai contatti tra club e soci di diversi Paesi. Giuseppe Navarini ha illustrato il recentissimo progetto “L’Europa  più vicina” di collaborazione tra il Rotary e le istituzioni nazionali ed europee. Ha sottolineato che è stato istituito a Bruxelles, in collaborazione con Regione Lombardia, un ufficio dove due giovani, per un periodo di sei mesi, possono vivere un’esperienza formativa sul campo a contatto con le istituzioni europee.

Rotary: le conclusioni di Chiarelli e di Andreotti

Prima di chiudere Gilberto Chiarelli del Sedeca e Marina Andreotti, Meda e delle Brughiere, hanno esposto alcuni programmi internazionali in corso o già realizzati. In particolare, Marina Andreotti ha citato il progetto internazionale attualmente in fase di realizzazione “Una scuola per un futuro migliore”, per il riadattamento di un asilo per la comunità Masai di Mkindi in Tanzania, progetto al quale partecipano tutti i Rotary club e Rotaract del gruppo Brianza 2 e il Rotary Thionville Porte de France, in collaborazione con l’associazione “LeQuattroElle” di Seveso. In chiusura Marina Andreotti ha ricordato il progetto “Europe for Europe”, forse il più importante progetto a livello internazionale condiviso con il Rotary Appiano Gentile e delle Colline Comasche. Si tratta di un progetto storico, la cui settima edizione ha riunito, nel luglio di quest’anno, giovani dai 18 ai 21 anni provenienti dai Paesi dell’Unione Europea, i quali hanno condiviso tre settimane di itinerari e di esperienze culturali attraverso i Paesi fondatori dell’Unione, con lo scopo di approfondire e di diffondere l’ideale della collaborazione europea e diventare, così, promotori e costruttori di pace.