“Del nostro meglio”: Carmela Scotti candidata al Premio Strega 2023

La scrittrice siciliana che vive in Brianza arriva al Premio su presentazione di Chiara Sbarigia per il suo romanzo "Del nostro meglio".
Carmela Scotti Del nostro meglio Garzanti
Carmela Scotti, Del nostro meglio (Garzanti) Giuseppe Biselli

“Dove lo trovi, se non in Brianza, un parco che ti fa camminare sulle macerie di una fabbrica dei veleni, praticamente una Černobyl’ in miniatura?”. Quel parco è il Bosco delle Querce di Seveso, nato sull’area dell’Icmesa, e a pensarle è Claudia, la protagonista del romanzo di Carmela Scotti “Del nostro meglio”, (Garzanti, 216 pagine, 18.60 euro) entrato nell’elenco dei romanzi che si disputeranno il Premio Strega 2023.

Le candidature si chiudono il primo marzo e intanto, tra i romanzi scelti, quello della scrittrice siciliana che ha scelto la Brianza (Barlassina) per vivere. Diplomata in pittura e fotografia all’Accademia di Belle Arti di Palermo, ha vissuto a Roma e a Milano prima di approdare nel monzese, da dove collabora anche con i settimanali “Cronaca Vera” e “Tu Style”. Con Garzanti ha pubblicato “L’imperfetta” (2016), finalista al prestigioso Premio Calvino, “Chiedi al cielo” e “La pazienza del sasso”.

Carmela Scotti: la scelta di Chiara Sbarigia per lo Strega

A presentare “Del nostro meglio” è stata Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà, per la quale “con una scrittura acuminata e flessuosa, capace di scavo impietoso e di ineffabili, preziosi momenti di tenerezza, Carmela Scotti ci consegna il ritratto di una famiglia unita dalla reciproca indifferenza o avversione, come quella dei Bellelli di Degas, e insieme una riflessione sulla necessità di scendere a patti col proprio passato e liberarlo dal suo esilio”.

Carmela Scotti e Claudia in “Del nostro meglio”

E Claudia? Una ragazza “cresciuta in fretta, senza nessuno che le insegnasse ad essere bambina”, che “convive ogni giorno con il peso ingombrante dei ricordi” e in particolare uno, quello di un incidente che “ha messo fine alle grida dentro casa ma anche alla sua infanzia, scavando una distanza incolmabile tra lei e la madre Caterina”. A tenerla ancorata al mondo ci sono la zia Dora e la sua capacità di ascolto e l’amica Vio, quella con cui condivide la “vita spericolata” in Brianza. Diventata madre, dovrà poi fare i conti con quei ricordi ingombranti, per scoprire “che fatti e verità quasi mai coincidono, e che nel solco tra lei e la madre può sbocciare una possibilità di futuro”.