“Adotta un robot”, le invenzioni di Massimo Sirelli alla Villa reale di Monza

Le invenzioni di Massimo Sirelli e “Robot. Storie di famiglia”. La mostra è in arrivo in Villa reale a Monza e porta con sé racconti di amore e di vita. Con la possibilità di adottare un “robot da compagnia”, dopo aver dimostrato naturalmente di avere i requisiti adatti.
Una foto di famiglia tratta dal sito Adottaunrobot.it
Una foto di famiglia tratta dal sito Adottaunrobot.it Redazione online

Amanda Bertolini è nata nel luglio del 2013, adora andare in bicicletta e vorrebbe vivere con persone a cui piace stare all’aria aperta per organizzare tanti pic nic. Vincenzino, del febbraio 2015, “ha sempre un’idea in mente e un motivo per migliorare il mondo”. Segni particolari: sono dei robot, costruiti con materiali di recupero e scarti tecnologici.
Amanda nasce da una scatola di latta turchese che conteneva lievito, mentre il corpo di Vincenzino è stato casualmente scovato nel bagagliaio di un’auto. Una ventina le opere del creativo torinese Massimo Sirelli che stanno per arrivare a Monza, negli spazi della sala Meritalia alle Cucine di Villa reale, al piano terra della Reggia: la mostra “Robot. Storie di famiglia” inaugura alle 18 di sabato 11 luglio (fino al 31 luglio a ingresso libero, orari 9-24).

«Altri artisti in passato si sono cimentati nella costruzione di robot – spiega Sirelli – Ma non hanno mai pensato a dar loro una storia. Loro invece mi parlano: quando li costruisco realizzo un atto d’amore e cerco di raccontare le vite delle persone che incontro e degli amici che mi stanno intorno».

Il 33enne, esperto in comunicazione multimediale e appassionato di arti visive e applicate, per trovare i pezzi che danno vita ai suoi robot ha girato i mercatini tutto il mondo: «Da piccolo ho adorato Mazinga e i Transformers – prosegue – e crescendo sono diventato collezionista di mirabilia e oggetti rari: la mia collezione nel corso degli anni è cresciuta a dismisura. Ho assemblato i primi robot nel 2006, ma è stato solo nel 2009 che ho deciso di alzare la posta in gioco. Il progetto nasce dalla voglia di sperimentare unita alla cultura del design del riuso: una forma di creatività consapevole che mette in primo piano l’aspetto emozionale della materia. Nel 2013 il salto, è nato adottaunrobot.com».

È una faccenda molto più seria di quella che può sembrare di primo impatto: il sito è la “prima casa adozioni di robot da compagnia al mondo”. Una scheda personale li presenta, segnalando quelle che sono le caratteristiche particolari e i loro desideri: «Non tutti però al momento hanno il loro nome e la loro storia: alcuni ancora non mi hanno parlato – precisa – Chi volesse uno dei miei omini di latta deve compilare un modulo e spiegare perché sarebbe un buon genitore: posso lasciare le mie creazioni, orfane del progresso industriale e del consumismo sfrenato, solamente nelle mani di chi ama il bello e ha la capacità di sognare».

Per questo non si troveranno mai nei negozi: l’unico modo per conoscerli è visitare il sito (vai). Del centinaio di robot assemblati fino ad ora, circa una cinquantina quelli adottati: alcuni sono finiti anche lontano: in Olanda, Belgio e Arabia Saudita.