A Monza rivive la casa di Van Gogh ad Arles: e stavolta è fatta a maglia (ed è social)

Un attacco social di urban knitting. A Monza rivive la casa che Vincent Van Gogh aveva abitato ad Arles e dipinta in tre quadri famosissimi. Stavolta però è realizzata a maglia: il prodigio di lana è “abitabile” dal 18 al 20 settembre in via Bergamo.
Sul filo dell'arte: la stanza ad Arles di Van Gogh a Villa contemporanea
Sul filo dell’arte: la stanza ad Arles di Van Gogh a Villa contemporanea

Benvenuti a casa Van Gogh. O almeno in una delle sue abitazioni, quella camera di un appartamento affittato ad Arles, nel sud della Francia, dove si era rifugiato dopo Parigi e dove avrebbe poi atteso – fino al drammatico episodio del litigio furioso – l’arrivo dell’amico Paul Gauguin.

Un quadro celebre, di cui esistono tre versioni: la più nota è forse quella conservata ad Amsterdam, la prima a essere realizzata nel 1888, ma sono poche le differenze sostanziali fra i dipinti. Bene: quel quadro si può abitare. Letteralmente. Con qualche trucco. Succede alla galleria d’arte Villa contemporanea di Monza, in via Bergamo 22, da venerdì 18 a domenica 20 settembre. La galleria si concede un fuori programma e offre gli spazi all’associazione Sul filo dell’arte per un progetto che si divide tra arte, gioco e artigianato. Sul filo dell’arte è un’associazione di esperti e “irriverenti” appassionati di tricotage che da alcuni anni realizza progetti comparsi qua e là nella città di Monza (ma arrivati anche a Milano o al Salone del libro di Torino): se qualcuno si è mai chiesto per esempio da dove arrivassero i “maglioni” messicani sui piloni sotto l’arengario nei mesi scorsi, la risposta è “Sul filo dell’arte”. Urban knitting, si chiama quell’arte: interventi estemporanei per «colorare il quotidiano», dicono loro.

Anche questa volta hanno pensato in grande: hanno ricreato la tecnica del crochet e del tricot il quadro di Van Gogh in prospettiva, circa 3 metri larghezza e uno di profondità (falsata) per ricreare l’effetto tridimensionale anche dal vivo. Un supporto in legno e poi l’attento lavoro di diritto e rovescio per restituire colori e magia della tela del pittore olandese. «La cosa più incredibile è che la prospettiva si mantiene anche cambiando il punto di vista – scrivono – Effetti collaterali: può far girare la testa… non scherziamo, a qualcuno è successo». Vertigini o no, è come entrare nel quadro, un po’ come ha fatto Dalì in persona con una celebre installazione portata anche a Milano pochi hanno fa in occasione di una mostra: in quel caso un vero e proprio salotto (la Sala Mae West), realmente abitabile, che da un preciso punto di vista si trasforma in un ritratto dell’attrice.

«L’evento è social – assicurano gli organizzatori – i visitatori potranno entrare dal vivo nel celebre quadro e scattare dei veri e propri selfie d’autore» facendosi portare direttamente nella Provenza di fine Ottocento. L’ingresso è gratuito: la galleria di via Bergamo è aperta venerdì, sabato dalle 15.30 alle 22 e domenica dalle 15.30 alle 18