Vimercate, il centrodestra attacca«Se passa il piano, referendum»

Vimercate – L’invito è arrivato dalla platea, e in verità era già comparso in rete sponsorizzato da Alessandro Cagliani, capogruppo di Noi per Vimercate: che al destino di cementificazione del comparto ospedale-ex cava Cantù- consorzio agrario, siano i cittadini a opporsi direttamente. Come? Con un referendum. Opzione che lunedì sera, nell’affollata assemblea pubblica promossa dai cinque gruppi consiliari di opposizione a Villa Gussi, per discutere innanzi tutto di urbanistica, è risuonata tra gli applausi della sala.

“Qualora la delibera sull’accordo di programma sarà approvata dal consiglio comunale, il giorno dopo partirà il nostro impegno per organizzare un referendum che la annulli”, ha annunciato Cagliani dal palco. Al suo fianco la minoranza schierata al completo, unico assente azzurro Sergio Valtolina, che ha bollato l’intervento come replica peggiorata del programma ex Bassetti, ma con qualche diversità d’accento.

Così se Angela Cagliari, consigliere di Forza Italia, ha sintetizzato che “le proporzioni sono presto fatte, sui 60mila metri quadrati della Bassetti ora ci sono 120mila metri cubi, sui 130mila metri quadrati di questo comparto ci dovrebbero stare 270mila metri cubi. Si usi lucidità e ci si fermi in tempo, anche perché Regione Lombardia, dall’alto di un bilancio imponente per la sanità, ha detto che se questi 20 milioni di euro provenienti dall’alienazione ci saranno, bene, altrimenti li troveranno altrove”, per il capogruppo azzurro Andrea Assi non va dimenticata l’esigenza di chiudere la partita in fretta, “con una volumetria minore: bastava prevedere la costruzione di meno case, di maggior pregio, e la Regione avrebbe avuto subito i 20 milioni”.

A far da denominatore comune sono la critica e le proposte alternative, che fissano come quota massima di volumetria 200mila metri cubi, da frazionare su più lotti e da valorizzare con edifici di lusso. No anche alle pretenziose richieste che l’amministrazione ha posto in carico all’operatore e che vengono presentate come vantaggi pubblici, ad esempio il teleriscaldamento, ma che, per essere sostenute, impongono maggiore guadagno per chi costruisce e dunque anche concessione di più metri cubi.
Anna Prada