Si va in bici oppure a piedi alla cascina Cavallera, con la vecchia strada che attraversa i campi da Oreno alla frazione di Arcore di Cascina del Bruno chiusa al transito di auto e moto. Finisce la possibilità di usare via della Santa come alternativa al traffico della sp45 Pagani, l’intasata provinciale che ora resta l’unico percorso obbligato per i veicoli a motore per andare da Vimercate alla zona sud di Arcore.
La chiusura della strada di campagna comunale che passa davanti alla Cavallera è frutto della scelta maturata l’anno scorso dall’amministrazione 5 Stelle di trasformare via della Santa in un percorso esclusivamente ciclistico e pedonale nei campi, chiuso ai veicoli a motore e con un nuovo filare di alberi su entrambi i lati. A inizio 2018 è stata fatto il progetto per la conversione in pista ciclabile di via della Santa, un intervento dal costo di 73.500 euro, mentre nelle scorse settimane sono state completate le procedure del Comune per declassare la via dalla categoria di “strada locale extraurbana” secondo il codice della strada a “itinerario ciclopedonale” e quindi disporre che dal 6 maggio i due accessi siano sbarrati per impedire il transito dei veicoli a motore.
«Con questo intervento restituiamo la strada della Santa alla sua originaria vocazione agricola e creiamo un percorso ciclopedonale di pregio – spiega il sindaco Francesco Sartini -. Eliminiamo inoltre una fonte di pericolo, essendo la strada stretta e con una visuale in certi punti insufficiente. Le analisi dei flussi di traffico ci rassicurano sulla bontà della decisione presa». E poi: «Le giovani generazioni stanno manifestando in tutto il mondo per ricordarci che è arrivato il momento di rinunciare a qualche comodità per tornare a occuparci dell’ambiente».
«È stato un provvedimento non concordato, di certo non condiviso e nemmeno comunicato. E il sindaco di Vimercate se ne assumerà ogni responsabilità»: così l’assessore alla Viabilità di Arcore Fausto Perego ha bollato la chiusura alle auto della strada della Cavallera che mette in contatto la frazione vimercatese di Oreno con quella arcorese di Cascina del Bruno. Il sindaco arcorese Rosalba Colombo aggiunge: «È un provvedimento illogico, motivato solo dal fatto che Vimercate non trova i soldi per risistemare quella via, mentre noi abbiamo investito dal 2018 un milione di euro per la manutenzione strade. E comunque non ci sono illuminazione adatta né asfalto integro: gestirla sarà un inferno».
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La scelta non trova proprio d’accordo l’amministrazione comunale di Arcore che tuttavia ha deciso di collaborare almeno sulle questioni marginali al servizio degli utenti. È stato dato il permesso di collocare sul territorio i cartelli che annunciano la chiusura della strada perché a rimetterci altrimenti sarebbero stati gli automobilisti, costretti dalla mancanza di informazioni a tornare indietro. Secondo Perego peraltro l’anima stessa del provvedimento, ovvero il desiderio di trasformare il tragitto in una ciclabile, resterebbe insoddisfatta per via delle caratteristiche di quella strada che «inizia nel nulla e finisce su un incrocio pericoloso per le bici, a Oreno».
Il tema dei collegamenti ciclabili tra Vimercate e Arcore, tuttavia, non è di poco conto e non si può ignorare, tanto più per Arcore che accoglie 8.500 utenti della stazione ferroviaria, in arrivo anche da Vimercate. Secondo l’assessore democratico però sarebbe stato meglio mettersi a un tavolo e magari coinvolgere la Provincia nella discussione.
Le vie alternative alla Cavallera e più funzionali, dice Perego, ci sono. Per esempio via Tagliamento che corre tra il quartiere industriale di Arcore oltre la stazione ecologica e il centro di Oreno, «è praticamente già tracciata» dice Perego, senza nascondere che il tragitto sarebbe comunque in misura maggiore su terreno di Vimercate (e quindi a carico di Palazzo Trotti).
Da scartare invece via Battisti di Arcore, zona ex Folletto, dove un lungo tratto di ciclabile c’è già ma che si interrompe esponendo i ciclisti a seri rischi per l’approdo alla zona della ex Falck e della stazione. «Il problema è che sotto il suolo c’è un gasdotto ad alta pressione -spiega Perego- e questo rende la realizzazione di una ciclabile molto complessa. Occorrerebbero interventi di consolidamento a tutela del gasdotto troppo onerosi, centinaia di migliaia di euro. Stiamo comunque provando a valutare alcune soluzioni».