Aumentano le persone che si rivolgono allo sportello antiviolenza del Pronto soccorso di Vimercate e sono quasi tutte donne, nella metà dei casi vittime di abusi e violenze domestiche. Da tre anni è stato aperto al Pronto soccorso dell’ospedale di Vimercate il servizio del “Sov”, uno sportello dedicato a raccogliere le segnalazioni di vittime di maltrattamenti e violenze. Gli accessi sono in costante aumento: nel 2017 sono state 91 le persone che si sono rivolte al Sov, mentre l’anno scorso il numero è salito a 105, di cui 97 erano donne e 8 gli uomini, mentre non sono mancate anche le segnalazioni di persone anziane e bambini. Ed è una tendenza che sta proseguendo tanto che solo nei primi 2 mesi di quest’anno gli accessi allo sportello sono stati 18, sempre con oltre l’80% delle segnalazioni presentate da donne.
Anche i colloqui poi organizzati alle vittime di violenza e abuso, in particolare quelle accadute in ambiente domestico e familiare, sono in aumento: l’anno scorso sono stati 53, 19 in più rispetto al 2017. Ai dati raccolti direttamente allo sportello antiviolenza vanno poi aggiunti i colloqui svolti direttamente con gli operatori di Pronto Soccorso: nel 2018 sono stati 183, il doppio di quelli registrati nel 2017, mentre 19 sono stati i medici e gli infermieri che hanno seguito un percorso psicologico di supporto.
“Lodevole è stato il ruolo di tutti gli operatori sanitari che accolgono con sempre maggior competenza le vittime – spiega Tiziana Fraterrigo, medico e responsabile della Commissione Pari Opportunità dell’Ordine dei Medici di Monza e Brianza che ha contribuito alla creazione del Sov – con una ricaduta positiva soprattutto sulla donna, che rischia sempre meno quella che si definisce vittimizzazione secondaria. Si pratica l’ascolto, infatti, senza alcuna azione di giudizio”.
Lo sportello è aperto dalle 9.30 alle 12.30, e se la vittima si presenta in un orario di chiusura viene invitata a tornare o viene fissato un appuntamento ma, in ogni caso, “non viene abbandonata a se stessa – spiega Gabriella Esposto la psicoterapeuta che affianca gli operatori ospedalieri – e non si lascia cadere nel vuoto un possibile contatto”. Vengono poi eseguiti tutti gli accertamenti clinico-strumentali del caso per evidenziare oltre che lo stato piscologico, anche segni fisici dell’abuso e lesioni sospette.