Nessun cadavere, nessun omicidio. Ha detto di essersi inventato tutto, in un momento di rabbia, un 31enne villasantese indagato in stato di libertà dalla Polizia di Stato della Questura di Monza e della Brianza, coordinata dalla Procura della Repubblica di Monza, per il reato di autocalunnia.
L’uomo, dicono dalla Questura: “ha ammesso di essere stato l’autore della falsa confessione di un omicidio, scritta su una scheda elettorale in occasione delle ultime consultazioni valide per l’elezione dei membri della Camera dei Deputati”. Su quella scheda, il 25 settembre dello scorso anno, al momento dello spoglio in un seggio elettorale di Villasanta, era stata ritrovata la scritta: “per le forze dell’ordine ho ammazzato un uomo e sepolto cantiere area nord date lui sepoltura cristiana vi prego”.
Villasanta: il 31enne denunciato per autocalunnia
Da allora, informata la Procura della Repubblica di Monza, la Polizia di Stato aveva attivato accertamenti individuando gli oltre mille votanti del seggio e poi selezionando via via un gruppo sempre più ristretto in base al presunto profilo dell’autore, desunto da alcune peculiarità della grafia – maschio tra i 30 e i 70 anni – e alla circostanza che potesse aver votato tra gli ultimi 200 elettori: “circostanza desumibile dall’estrazione dall’urna, che all’apertura non veniva capovolta, della scheda in questione tra le prime” specificano dalla Questura.
Un primo gruppo era stato sottoposto a un saggio grafico, presso gli Uffici della Questura di Monza e della Brianza. A esaminare gli scritti un perito grafologo nominato dalla locale Procura della Repubblica. Svolti inoltre accertamenti dattiloscopici condotti dal Gabinetto Regionale della Polizia Scientifica di Milano sulla scheda elettorale sequestrata: due frammenti non hanno restituito una corrispondenza in banca dati AFIS e dunque non appartenevano certamente alle 8 persone le cui impronte erano state acquisite per le esclusioni, “ma potevano appartenere invece all’autore della scritta” dicono gli investigatori.
Nel frattempo, individuato il luogo indicato nel cantiere abbandonato in via Fieramosca di Villasanta, noto ai residenti come “l’ecomostro”, sono stati effettuati “diversi interventi ispettivi” nella vasta area abbandonata. Un intervento durato due giorni che ha escluso la presenza di un cadavere nell’area.
Villasanta: risolutive le impronte sulla scheda
Alla fine risolutiva è stata proprio la pista delle impronte digitali sulla scheda elettorale: tra i cinque votanti del seggio considerati più attendibili è stato convocato anche il 31enne, poi denunciato, il quale, di fronte ai poliziotti della Scientifica, “prima che gli venissero prese le impronte digitali” dicono dalla Questura, “ha ammesso la paternità del gesto confessando di essere stato lui a scrivere la frase sulla tessera elettorale”.
Avrebbe detto, spiegano dalla Questura, di avere visto, dopo la scoperta, “un servizio in tv e, da allora, di non riuscire più a stare tranquillo, a dormire la notte”. E di avere scritto quella frase “in un momento di rabbia”, unicamente “con l’intenzione di sollevare un polverone mediatico in quanto deluso dalla politica” e “che non era stato ucciso nessuno”.
La comparazione delle sue impronte con quelle rilevate sulla scheda elettorale, che ha dato esito positivo, e la “confessione” resa lo stesso giorno davanti agli investigatori e poi la conferma delle sue dichiarazioni nell’interrogatorio delegato dalla Procura della Repubblica di Monza, il 19 settembre, “hanno messo la parola fine al mistero della scheda elettorale”.