Villasanta, «Comprate le mie statue così potrò pagare le bollette del gas»

«Comprate le statue dello scultore Cipolla, così pagherò il gas». E’ l’appello della vedova Dodilia Perini, 90 anni. Ha un debito di 7mila euro con l’Eni, non rateizzabile: «Ho una mia dignità, siamo gente per bene».
Dodilia Perini Cipolla con una  delle statue del marito
Dodilia Perini Cipolla con una delle statue del marito

Troppo anziana per concederle il pagamento rateale della bolletta del gas: morirebbe prima di onorare il debito. Secondo una vedova 90enne che abita in città sarebbe questo il motivo del “no” di Eni alla richiesta di dilazionare la cifra. Si tratta di 7mila euro, numeri da far venire i brividi a chiunque, ancora di più a una pensionata sola.

Le 13 fatture accumulate sono il frutto di qualche anno di morosità perché, tra un periodo passato in ospedale e il cambio della banca, la donna non si sarebbe accorta che le spese del gas non venivano addebitate automaticamente sul conto corrente, come invece quelle dell’elettricità.

Oggi, da via Dante dove abita, Dodilia Perini lancia un appello: acquistate le statue di mio marito, aiutatemi a vincere la disperazione. Il marito era Bruno Cipolla, morto una decina di anni fa, compagno inseparabile della donna, monzese d’origine: «Fino a quando non si è ammalato -ricorda la villasantese- lui lavorava e io andavo in giro a vendere le sue opere. Stavamo bene, eravamo felici e abbiamo realizzato questa bella casa. Oggi voglio onorare il mio debito perchè sono una persona per bene,non una disadattata che non paga. E invece mi dicono che sono troppo vecchia, tanto vale morire».

La donna avrebbe chiesto aiuto anche al Comune «ma anche loro non sono riusciti a ottenere nulla». Vive quasi barricata in casa, perché se vengono a piombare i contatori dice che vuole esserci, vuole vederlo con i suoi occhi e obbligare i tecnici di turno a guardarla in faccia. È uno scricciolo Dodilia, detta Tilla da amici e familiari. Piange mentre racconta le sue disavventure degli ultimi anni, dice che si vergogna «perché noi siamo sempre stati gente per bene e chissà cosa pensa la gente sapendo che ho delle bollette non pagate».

Vai a spiegare alle vecchie generazioni la fragilità dei tempi moderni e il dilagare delle situazioni di disagio oltre i confini standard della povertà. Perini si sistema un po’ i capelli e poi vince la riluttanza e si presta allo scatto, ma con le opere di suo marito. Per farle riprodurre in edizione limitata, numerate e in resina, si è pressoché ridotta sul lastrico, ma ci crede ancora. Sarà l’esperienza di una vita, sarà l’amore ancora acceso, lo dice con sicurezza: «Mi basta vendere queste opere per tornare a respirare e a pagare il gas, l’unico problema è la crisi, ma qualcuno interessato deve esserci per forza».

Oggi le sculture sono in vendita per qualche centinaio di euro ma ai tempi d’oro quelle in bronzo venivano acquistate per 5 milioni di lire da istituti bancari, ospedali, negozi di Milano e di Monza, fabbriche. Le piazzava proprio Tilla che vendeva anche nei mercatini milanesi. Gli ordini erano così fitti che a Monza la coppia aveva anche una fonderia, in via Giotto. Sono passati 10 anni da quando Cipolla è scomparso, la tiratura limitata ne celebrerebbe la memoria e salverebbe la moglie dalla disperazione. Chi fosse interessato può contattare la donna al numero 338 1224754.