Dopo i balletti scatenati sui tavoli del Comando della Polizia locale di Biassono, ora saltano altre immagini compromettenti. Fotografie che, ancora una volta, risalgono a circa un anno e mezzo fa quando il nostro informatore raccontò ai carabinieri di Biassono quelle strane abitudini all’interno del Comando della locale. Ora c’è anche in video che mostra un ghisa in bicicletta nei corridoi della sede della Locale. E poi fotografie di momenti di festa, con due agenti, di cui uno in divisa e con il berretto e l’altro invece in borghese, intenti a travasare una damigiana di vino.
«In questo caso– precisa l’anonimo informatore– la foto non è stata scattata all’interno del Comando, ma in un ristorante fuori dal paese. Uno dei due vigili, però, era in servizio». Poi c’è l’immagine che immortala un allegro banchetto organizzato nei magazzini del Comune e dal portone spalancato si intravede anche un mezzo della Polizia locale parcheggiato nel cortile dell’ingresso posteriore del municipio.
E infine le immagini del minifrigo pieno di bottiglie che si trovavano all’epoca negli uffici degli agenti. «Non dico nulla di nuovo – aggiunge l’informatore– tutti sapevano che nell’ufficio dei vigili c’era un minifrigo sempre pieno di bottiglie di vino, oltre a scatoloni pieni di prosciutti e di salumi. Era da tutti risaputo che le feste negli uffici della locale erano all’ordine del giorno».
E venerdì 5 il sindaco Piero Malegori ha diffuso il primo comunicato ufficiale sullo scandalo che vede coinvolti i suoi agenti. «Pur consapevoli del “fango” gettato sugli uomini facenti parte del comando- scrive il primo cittadino leghista- si ritiene però fondamentale comprendere il senso di tutto l’accaduto. Ecco perché, a nome di tutti i biassonesi, l’amministrazione ha deciso di chiedere alle autorità competenti, sia interne che esterne all’Ente, ulteriori approfondimenti sulle vicende uscite in questi giorni sui media locali e nazionali».
«Biassono- continua la nota di Malegori- vuole capire approfonditamente chi e perché abbia screditato la propria divisa e l’integrità morale e professionale, prestando il fianco a ricatti e “fango” che umiliano il nostro Comune». Poi chiude così la nota (ammettendo quindi che ci siano indagini in corso): «Non esiteremo, in seguito, a costituirci parte civile in un eventuale procedimento giudiziario al termine delle indagini».