C’è chi non ha paura del freddo, pur sapendo che malgrado coperte e sacchi a pelo il giorno dopo potrebbe non svegliarsi. Ma di andare nei dormitori non ne ha assolutamente intenzione. Perché la mattina alle sette deve uscire al gelo e aspettare che biblioteche e centri commerciali aprano per scaldarsi un po’. Meglio rifugiarsi in qualche fabbrica dismessa, accendersi un falò e svegliarsi quando ormai il sole è più caldo.
Sono tanti i senzatetto che allo Spazio 37 di Monza e al dormitorio di via Raiberti preferiscono la strada. Lo confermano i City Angels che, oltre al servizio all’ex sede Tpm di via Borgazzi, il lunedì e il giovedì sera portano conforto, viveri e coperte ai clochard che vivono in strada.
Fornendo una mappa: qualcuno (pochi rispetto al passato) dorme sotto i portici di piazza Cambiaghi, altri cercano rifugio in stazione o nella piazzetta del Binario 7, altri agli ex cinema Apollo e Maestoso, e molti nelle ex aree dismesse della Fossati Lamperti, della ex Philips e dell’ex cappellificio Scotti.
«Difficile fare una conta esatta di chi vive in mezzo a una strada – spiega Manuelita Vella, coordinatrice dei City Angels – Alcuni scelgono volontariamente la strada perché non accettano le regole dei dormitori».
Rispetto al passato il numero dei clochard è diminuito soprattutto in stazione, alcuni impauriti anche dalle pessime frequentazioni serali e notturne. «Ci auguriamo che queste persone non siano più in mezzo alla strada perché hanno trovato una sistemazione», prosegue. Ma non sempre è così: un continuo girovagare da una fermata del pullman all’altra, tornando poi alla sede dei City Angels di piazza Cambiaghi dove sanno che il lunedì e il giovedì sera possono trovare chi li aiuta.
Come un uomo, giovane italiano e disoccupato, che per anni ha dormito per strada a Monza subendo anche diverse aggressioni.
«Mi sono trasferito a Cinisello –spiega – Dormo in un giardino pubblico, in una casetta dei giochi dei bambini. Non mangio da ieri sera, ho lo stomaco che brontola, fa molto freddo ma non ho intenzione di tornare al dormitorio. Meglio la strada».
Due chiacchiere con i City Angels, la richiesta di un maglione caldo da indossare sotto il giaccone di due taglie più grande. E poi un po’ di pane e biscotti e una bottiglietta di té caldo. In stazione ci sono soprattutto tossicodipendenti, ragazzine fuggite da casa che cercano amore e compagnia tra questi giovani sbandati. E poi sul lato del Binario 7, dove si aspettano i pullman, c’è chi ha fatto del muretto il suo letto.
«Lavoro come operaio ma non posso permettermi una casa – racconta un giovane nordafricano agli angeli della strada – Ma nel dormitorio non voglio andare». Meglio, per molti la libertà e il rischio di essere aggrediti, piuttosto che regole del dormitorio.
Che intanto sta affrontando il piano freddo del Comune e funziona: lo Spazio 37 di via Borgazzi è praticamente al completo. «Il servizio sta funzionando molto bene – commenta Marco Belloni, responsabile dei Servizi sociali per l’inclusione del Comune di Monza – Spazio 37 è al completo: ci sono 22 uomini e una donna. C’è ancora posto per due donne».
Non tutti però accettano le regole del dormitorio, malgrado il costante servizio di convincimento dei volontari della Croce Rossa e dei City Angels presenti in strada.
«Ci sono delle regole ben precise – spiega Belloni – Ingresso dalle 20, ogni sera la doccia e il cambio della biancheria intima, la mattina poi entro le 7.15 bisogna lasciare la struttura».
Ad ogni utente inoltre vengono garantiti, oltre a un letto e a un posto caldo dove riposare, anche la cena, la prima colazione e tè caldo disponibile tutta la notte. Oltre a un cambio abiti completo una volta alla settimana. Inoltre, questi utenti per il pranzo possono rivolgersi alle due mense (frati e asilo notturno) che funzionano a pieno regime. Una vera e propria macchina della solidarietà resa possibile anche grazie al grande lavoro di volontariato che coinvolge tutti gli attori: City Angels, Croce Rossa (di Monza, Villasanta, Lentate e Desio), scout di Monza, Fraternità francescana, chiesa mormona di Muggiò e i volontari dell’inclusione sociale provenienti da Monza e dai paesi limitrofi.
«Tutte le sera allo Spazio 37 abbiamo un gruppo di sette volontari gestiti da un referente precedentemente formato – aggiunge – E dalle 23 fino all’uscita degli ospiti dalla struttura una guardiania con persone di nazionalità diverse per facilitare anche il dialogo».