Vedano al Lambro ricorda Claudio Cappelli: un ciliegio e una panchina nella sua piazzetta

Claudio Cappelli, imprenditore tessile ucciso nella capitale del Bangladesh, il 1° luglio 2016, è stato ricordato a Vedano al Lambro.
Vedano al Lambro cerimonia ricordo Claudio Cappelli
Vedano al Lambro cerimonia ricordo Claudio Cappelli

Claudio Cappelli e le altre 21 vittime della strage di Dacca con il loro lavoro costruivano ponti tra i popoli e sono stati ammazzati dall’Isis perché, involontariamente, rappresentavano i valori occidentali. Lo ha spiegato Massimo Cappelli, il papà dell’imprenditore tessile vedanese ucciso nel ristorante Holey Artisan Bakery, nella capitale del Bangladesh, il 1° luglio 2016.

Vedano al Lambro ricorda Claudio Cappelli: anche il Comune di Milano intitolerà un luogo della città

Il suo sacrificio è stato ricordato nel sesto anniversario dell’incursione terroristica con la posa di una corona d’alloro nella piazzetta che la sua città gli ha dedicato nel 2018: «I nove italiani morti – ha affermato Massimo – erano tutti padri e madri di famiglia. Quella sera si sono ritrovati per salutarsi» prima di rientrare in Italia in quanto avevano terminato il lavoro di preparazione delle collezioni invernali.
In questi giorni l’eccidio viene commemorato nelle loro città d’origine mentre il Comune di Milano dovrebbe intitolare all’imprenditore vedanese un’area verde o un luogo pubblico: l’Europa, ha aggiunto venerdì Cappelli, pare proprio non sia stata in grado di raccogliere il messaggio di pace lanciato dai morti di Dacca dato che la guerra in Ucraina potrebbe portare a erigere «nuovi muri tra le nazioni».

Vedano al Lambro ricorda Claudio Cappelli: «Ucciso in nome di una guerra insensata»

Il Comune, ha annunciato il sindaco Marco Merlini, collocherà nella piazzetta un ciliegio da fiore e una panchina in modo che tutti, in particolare i ragazzi, possano fermarsi a riflettere sul significato della targa.

«Il nostro concittadino – ha notato – è stato ucciso in nome di una guerra insensata che speravamo di non rivedere» ma l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è la dimostrazione che «anche questa volta il passato non ci ha insegnato nulla».