I volontari Admo Lombardia hanno fatto notte, in questi giorni, nel rispondere alle tante mail e richieste di gente disposta a donare il proprio midollo. Altri, in banchetti programmati da tempo, nelle vicinanze delle università milanesi, hanno raddoppiato le ore di impegno per le lunghe file di persone che volevano tipizzarsi. Nella giornata di mercoledì 24 ottobre sono state effettuate 174 iscrizioni nel registro donatori. Il giorno seguente sono state 407: davanti alla sede della “Bocconi” i volontari hanno dovuto chiamare altri medici e altri infermieri, rispetto a quelli già previsti, per cercare di prendersi carico di tutti i potenziali donatori. Moltissime le telefonate e le mail anche ad Admo Monza e Brianza. È il frutto della gara di solidarietà per Alessandro, il bambino di un anno e mezzo è affetto da una malattia genetica rarissima e necessità di trapianto. Il piccolo vive a Londra, dove lavorano i genitori italiani. Ma la sorella del padre di Alessandro, che vive a Milano, ha chiesto aiuto per il nipotino. E in moltissimi si sono mossi, in una gigantesca catena solidale.
Sulla donazione di midollo, però, è necessario, proprio per questa grande corsa al dono, chiarire molti aspetti. A farlo è Valeria Romani, responsabile Admo Monza e Brianza, e mamma di un bambino salvato proprio da un trapianto. “Siamo ovviamente felici di questa generosissima risposta e ci auguriamo che da qualche parte ci sia un donatore per il piccolo Alessandro. È però indispensabile ricordare che ogni giorno, in tanti ospedali, non ultimo il San Gerardo di Monza, ci sono bambini come il piccolo Alessandro che attendono una donazione di midollo per loro vitale, – precisa subito Romani -. Questo caso specifico ha ovviamente, e giustamente, emozionato tutti. Ma nella corsa a diventare donatori serve avere chiari alcuni aspetti, come i criteri di età e di salute necessari e le modalità di accesso alla banca, a livello internazionale”.
Per molti pazienti affetti da gravi forme di leucemia e altre malattie del sangue, il trapianto di cellule da midollo osseo rappresenta l’unica possibilità di cura. Per potere effettuare il trapianto è necessaria la compatibilità tra donatore e paziente. Nell’ambito familiare la probabilità è di circa 1 su 4; tra soggetti di famiglie diverse è di circa 1 su 100mila. Per questo servono tanti donatori, che però devono avere tra i 18 e i 35 anni (sino al giorno prima di compiere il 36esimo), pesare almeno 50 chili e godere di buona salute. Esistono alcune patologie, ad esempio come le tiroiditi autoimmuni o il Morbo di Crohn (elenco sul sito Admo Lombardia), che escludono la donazione. La disponibilità del donatore rimane valida fino al raggiungimento dei 55 anni.
Ma come avviene la tipizzazione? «Dopo un colloquio con un medico, – spiega Romani – la firma di un consenso informato e l’adesione al Registro italiano donatori di midollo osseo. Poi si effettuerà un semplice prelievo di sangue o di saliva, che verranno poi tipizzati, con l’estrazione dei dati genetici, indispensabili per verificare la compatibilità con un paziente. Tali informazioni vengono poi inserite nel Registro Nazionale, collegato con tutti i Registri internazionali. Da quel momento si è potenziali donatori di midollo osseo». La disponibilità del donatore, anonima e gratuita, non ha limiti geografici. E neppure di tempo: «Purtroppo però – precisa Romani– spesso si rimane nel registro ma quando si è chiamati ci si tira indietro, esiste ovviamente questa possibilità, che però ha conseguenze devastanti per chi è in attesa di quel trapianto. Per questo è necessario essere sempre consapevoli della propria scelta. Si può essere chiamati in qualsiasi momento».
In questi giorni Romani e gli altri volontari si sono dovuti confrontare con richieste quando meno surreali di persone desiderose di inviare per posta il loro campione di saliva o di altri che pretendevano di sapere l’eventuale compatibilità a distanza di un’ora dal prelievo di sangue. «Ricordiamo, anche nell’emergenza del caso del piccolo Alessandro, – precisa la responsabile brianzola – che esistono i tempi tecnici dei laboratori analisi. Gli ospedali cercano di smaltire i campioni il più in fretta possibile, ma del tempo è assolutamente necessario per verificare le possibilità di compatibilità».
Admo Monza e Brianza ricorda che, ancor prima di recarsi ai banchetti e mettersi in fila, la disponibilità alla donazione può avvenire online. Romani per questo rimanda ad admolombardia.org/registrati-on-line. «Dopo la registrazione – conclude la volontaria – si riceverà una mail che rimanderà all’ospedale più vicino (tra questi il San Gerardo), dove c’è sempre personale pronto a prelevare campioni di sangue o saliva».