Vaccino monzese anticovid a quota 1000 volontari, c’è anche il direttore dell’Asst

Sono quasi mille i volontari che si sono candidati a sperimentare il vaccino anticovid in via di sviluppo all’ospedale San Gerardo di Monza. Tra loro anche il direttore generale dell’Asst Monza Mario Alparone e il commissario straordinario dell’Azienda sanitaria di Asti.
Monza ospedale San Gerardo
Monza ospedale San Gerardo Edoardo Terraneo

Sono già quasi mille i volontari che si sono candidati a sperimentare il vaccino anticovid in via di sviluppo all’ospedale San Gerardo di Monza e messo a punto dalla Takis e dalla Rottapharm Biotech, un progetto dell’Asst con l’Università di Milano-Bicocca.

“La sperimentazione di Fase 1 sull’uomo punterà a verificare l’efficacia di un vaccino basato sul dna e innovativo anche dal punto di vista clinico” ha ipotizzato da Paolo Bonfanti, responsabile scientifico del progetto, direttore della SC Malattie Infettive e associato in malattie infettive all’Università Milano-Bicocca.


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La sperimentazione sull’uomo consta di tre fasi ed è il primo passo verso l’utilizzo del vaccino su larga scala. La Fase 1 durerà circa tre mesi e dopo un periodo di follow up si analizzeranno i risultati. Alla successiva Fase 2 parteciperanno 200 persone, selezionate fra coloro che sono stati iscritti nel Registro volontari e chi si proporrà nei prossimi giorni.
È possibile candidarsi per partecipare come volontari alla sperimentazione di Fase 1 mandando una mail a dir.centroricerca@asst-monza.it. Per farlo bisogna avere un’età tra i 18 e i 65 anni e non si deve essere entrati in contatto con il virus. Non si deve avere avuto nemmeno l’epatite o l’HIV. Sono fondamentali buone condizioni psicofisiche generali.

Prima dell’inoculazione del vaccino, i volontari selezionati per la Fase 1 dovranno sottoporsi a una serie di esami clinici, basati su test ematici e strumentali. Verranno effettuati tra fine ottobre e inizio novembre. Trascorsi 14 giorni dalla vaccinazione, i ricercatori dell’equipe dell’Asst Monza procederanno a eseguire dei prelievi del sangue dei soggetti coinvolti nella sperimentazione, per effettuare l’estrazione degli anticorpi prodotti dai loro organismi. Questi saranno messi in contatto con il virus attivo. Se gli anticorpi estratti neutralizzeranno il virus, il vaccino avrà avuto successo.

Tra i candidati anche il direttore generale della Asst Monza, Mario Alparone. Una scelta fatta per dare un segnale in più di coesione di un ospedale che ha vissuto da molto vicino la tragica ondata di contagi della scorsa primavera.

“Credo nella scienza, nelle nostre persone e nell’innovazione di questo vaccino italiano e monzese – ha commentato – Sono particolarmente orgoglioso che l’ospedale San Gerardo di Monza sia in prima linea a livello italiano per la sperimentazione di un innovativo vaccino per il Covid basato sul DNA: si tratta di un altro risultato della “rete” del sistema Monza sviluppata grazie alla fortissima integrazione con l’Università Bicocca di Milano e la primaria azienda Rottapharm Biotech di Monza. Potremo mettere a disposizione tutta l’esperienza che abbiamo accumulato durante il periodo di emergenza che ci ha visto tra le aziende lombarde maggiormente coinvolte e di una sperimentazione totalmente coerente con il percorso di accreditamento del San Gerardo di Monza come IRCCS per la medicina di precisione”.

Tanti anche i medici e il personale non sanitario della ASST di Monza insieme a colleghi di altre regioni italiane che si sono candidati. Tra questi spicca il nome di Giovanni Messori Ioli alla guida dell’Azienda sanitaria di Asti, in qualità di commissario straordinario: “Sono molto contento di poter partecipare a questa sperimentazione di grande impatto scientifico e rilevanza sociale, profondamente convinto del valore della cooperazione nell’ottica del raggiungimento di un bene comune”.